Il piano anti smog dei Ds spacca l’Unione

Un solo giorno su undici. Quello in cui i valori del pm10 (o polveri sottili che le si voglia chiamare) sono stati al di sotto della soglia di rischio per la salute, ovvero i fatidici 50 microgrammi al metro cubo. Quantità che, dall’inizio del nuovo anno a mercoledì, ultimo dato ufficiale, è stata superata per dieci volte in Milano città, compreso il giorno di blocco totale del traffico dello scorso 7 gennaio: quel dì la centralina Arpa di via Juvara segnava infatti una concentrazione di polveri pari a 117 microgrammi. Comunque decisamente meno del 3 gennaio (190), di martedì scorso (149) e mercoledì (141). Ma dal Pirellone insistono nel dire che non c’è alcun motivo d’allarme, perché - come spiega l’assessore all’ambiente Domenico Zambetti - «i valori sono costanti da una settimana».
Parole che non tranquillizzano i Ds, che ieri hanno proposto la loro soluzione ai problemi d’inquinamento costante della Lombardia: blocchi immediati o ticket d’ingresso di ingresso di 3 euro (che però loro chiamano «bonus») per quanti desiderano comunque circolare se i livelli del pm10 restano alti per tre giorni consecutivi. Il tutto accompagnato da sconti nei parcheggi, convenzioni coi taxi, contributi per filtri anti-particolato e bollo auto differenziato a secondo di quanto si inquina. «Il piano-aria della Regione è apprezzabile - ha sottolineato il diessino Marco Cipriano - però bisogna fare interventi concreti visto che in Lombardia l’aria è inquinata un giorno su due. I blocchi non servono se stabiliti a settembre con le capacità divinatorie di Zambetti». E il prossimo blocco, per la cronaca, è fissato per domenica 29 gennaio, con la possibilità di averne altri due sia a febbraio che a marzo.
Dal canto suo, l’assessore Zambetti bolla come «irrealizzabili» le proposte Ds («il blocco di 3 giorni è stato sperimentato in Emilia, ma a Milano ci sono esigenze diverse e comunque trattasi di misure che mirano solo a sensibilizzare la gente»), respingendo inoltre l’accusa, formulata pure dai Verdi, di un piano quinquennale lasciato a delibere-spot. Anzi, tabelle alla mano, Zambetti ha immediatamente documentato l’elenco dei capitoli di bilancio e soldi messi a disposizione dalla Regione per fronteggiare l’emergenza smog: «Solo quest’anno - osserva l’assessore - sono stati stanziati 700mila euro per i filtri, 19,7 per la metanizzazione di caldaie, metano e gpl per auto, 39 per teleriscaldamento e rinnovo veicoli commerciali». Comunque Zambetti si dice «aperto a evoluzioni». Ma, a dire il vero, il piano diessino non convince del tutto nemmeno gli altri componenti dell’Unione, a sentire le dichiarazioni rilasciate a «Il Velino» dal consigliere di Italia dei Valori Stefano Zamponi: «Il progetto di legge che contiene le proposte - dice - è una discreta base di partenza ma resta del tutto insufficiente, perché pervaso da una visione solamente economica del problema».
Critiche in abbondanza arrivano pure da FI e An. «Il piano diessino - osserva il presidente della commissione ambiente, l’azzurro Maullu - è un condensato di buone intenzioni fuori tempo massimo e senza valore aggiunto.

Anziché farsi belli, partecipassero in modo più costruttivo a ciò che stiamo già facendo!». «Il tentativo è apprezzabile - aggiunge il capogruppo di An Alboni - stupisce però che queste proposte arrivino a 90 giorni dal voto. Eppure lo smog non è un problema di questi giorni».

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