Roma - Sì agli aumenti volumetrici del 20% per le abitazioni e del 35% in caso di demolizioni e ricostruzioni (sempre nel rispetto delle biotecnologie), non con un decreto del governo ma attraverso la legislazione regionale, e via a un "vero" piano casa, che punti soprattutto sull’edilizia sociale. Sono le principali proposte contenute nella bozza votata all’unanimità dalle Regioni nel corso della seduta speciale della conferenza delle regioni che si è conclusa poco fa dopo oltre due ore di incontro. Ora resta da vedere cosa deciderà di fare il governo. "Materia concorrente per colpa della sinistra", ha tuonato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L'accordo delle Regioni Le Regioni, ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, di fatto affossano il decreto sul Piano Casa, salvaguardando comunque, attraverso la legislazione regionale, la possibilità di un aumento volumetrico fino al 20 per cento per le case uni e bifamiliari e comunque fino a mille metri cubi, e del 35 per cento, a fronte dell’impiego di tecniche di bioedilizia e di risparmio energetico. Le Regioni chiamano anche il governo a un decreto, ma solo per la semplificazione normativa di esclusiva competenza dell’esecutivo. Il "vero piano casa", come lo definiscono le Regioni, dovrà affrontare il tema dell’edilizia residenziale pubblica, partendo dall’accordo già sottoscritto che prevede 550 milioni di euro, risorse aggiuntive e il recupero del gettito Iva ricavato dall’operazione, che dovrebbe rimanere di competenza regionale soprattutto per politiche di sostegno all’affitto sociale.
L'incontro Stato-Regioni "Oggi pomeriggio - ha spiegato Errani - incontreremo il ministro Fitto, e domani il governo. Auspico che questa impostazione, di cui siamo molto soddisfatti, venga confermata. Viene salvaguardata la programmazione urbanistica, l’accordo rimette la questione sul binario giusto". Secondo il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, il documento presentato dalle regioni "è una sintesi, che è un passo in avanti, ma non ancora sufficiente rispetto alle diverse esigenze che tanto il governo quanto le regioni e i comuni portano avanti". "L’obiettivo - ha sottolineato Fitto - è trovare oggi un punto di sintesi e di convergenza", insomma di arrivare "a un testo condiviso".
Berlusconi: "Materia concorrente? Colpa della sinistra" "È stata la sinistra che con quattro voti di maggioranza ha cambiato la Costituzione e ha fatto diventare questa materia concorrente", ha commentato Berlusconi ribadendo l’importanza di intervenire su questo fronte. Poi è tornato a spiegare come il testo del provvedimento che è circolato nelle scorse settimane fosse solo una bozza e non corrispondesse esattamente alle intenzioni del governo. Il premier ha spiegato che "nella bozza che è circolata c’era l’apporto di tante idee, ma non la mia idea iniziale che era il rilancio dell’economia attraverso il rilancio dell’attività edilizia". Quanto alle critiche piovute addosso al governo, Berlusconi è tornato a ricordare che "il tutto sarà sottoposto al vaglio delle Regioni perché questa non è materia esclusiva ma concorrente". "Le nostre Regioni - ha detto il premier - sono d’accordo. Se quelle di sinistra non lo saranno, non lo faranno. Ma non è colpa mia se la sinistra con quattro voti di maggioranza ha cambiato il titolo quindi della Costituzione e ora lo Stato non ha questa materia di competenza esclusiva".
La replica di Errani: "Posizione unanime" "Trovo non comprensibili queste dichiarazioni. La posizione delle regioni è unanime e peraltro già discussa con rappresentanti autorevoli del governo".
Così il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio. "Nelle prossime ore - ha aggiunto Errani, a margine dei tavoli tecnici in corso al ministero degli affari regionali - ci sarà un incontro con il governo che spero sia utile come chiarimento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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