La premessa è il disastro che si è abbattuto su Milano il 25 luglio del 2023: quasi cinquemila alberi abbattuti e oltre diecimila su cui è stato necessario intervenire. Parte da qui il report dell'anno 2024 del Garante del Verde, organo collegiale istituito due anni fa e composto da tre membri nominati dal sindaco. Sono loro che, guardando al futuro della Milano green, tanto per cominciare esprimono «preoccupazione circa l'assenza di un Piano del Verde a servizio della città di Milano» ricordando di aver «esortato l'Amministrazione a farsi carico della creazione ed approvazione» già nel report dell'anno precedente. Non solo. «Consapevole dell'alto valore del suolo a Milano», il Garante ha sottolineato «l'urgenza di procedere alla redazione del Piano del Verde in tempi brevi, affinché esso possa influenzare la revisione del PGT». Anzi, che rappresenti una base solida per l'aggiornamento del PGT e non viceversa». Tanti i punti toccati nella relazione annuale del Garante che «ha più volte ribadito - scrivono - la necessità di adottare una visione del verde improntata alla sua cura, piuttosto che alla manutenzione non trattandosi di un mero elemento decorativo ma di un apparato naturale vivo, capace di fornire servizi ecosistemici fondamentali, quali la regolazione climatica, il miglioramento della qualità dell'aria e dell'acqua, e la conservazione della biodiversità». A questo proposito grazie al Pnrr il Comune di Milano, infatti, ha partecipato al progetto di forestazione urbana per mitigare le isole di calore presenti in città. Individuate quindi le tre aree, la prima delle quali sarà di un paio di ettari in via Lampedusa (Municipio 5) dove verranno piantumati 2020 alberi, mentre nella seconda e nella terza rispettivamente 1022 e 1021 alberi. Come e quali specie è dato dall'esperienza del nubifragio di luglio appunto. Il report elenca nel dettaglio quali sono le specie più vulnerabili in città. Se infatti sono stati 4776 gli alberi abbattuti e 10.005 interessati da interventi di potatura, suddividendo gli esemplari abbattuti per specie, quelle con una soglia di vulnerabilità ritenuta «rilevante» sono 27. E di queste le specie con esemplari abbattuti che hanno superato il 6,0% della popolazione sono Populus nigra Italica (332 esemplari abbattuti su 4835) e Populus nigra (166 su 2425). A seguire Pinus wallichiana (4,5%), Catalpa bignonioides (4,2%), Ulmus glabra (3,9%), Tilia hybrida (3,9%), Aesculus hippocastanum (3,8%), Ficus carica (3,7%), Ulmus sp.pl. (3,4%), Populus xcanadensis (3,3%), Robinia pseudoacacia (3,3%), Cedrus deodara (3,3%), Cupressus glabra (3,2%) e Platanus hybrida (3,1%).
L'età ha il suo peso: nessuno tra gli alberi caduti aveva più di 51 anni. Per la varietà Populus nigra Italica' è stato rilevato un picco particolarmente alto tra 0-3 anni. In ogni caso l'età massima degli esemplari abbattuti è risultata 30 anni. Per la specie Populus nigra è stata rilevata una vulnerabilità molto alta tra 0 e 9 anni e tra 22 e 30 anni. L'età massima degli esemplari abbattuti è appunto di 51 anni. Ribadita l'importanza della biodiversità, la necessità un censimento delle specie spontanee di valore, e «l'utilità dell'iniziativa ormai consolidata avviata dal Comune sugli sfalci ridotti nelle aree verdi nelle 54 aree individuate ma «garantendo controlli per le piante allergeniche oltre allo sfalcio tre volte l'anno, come da normativa per il contenimento dell'ambrosia». Aree hche devono essere ben definite e segnalate con circa 200 cartelli spiegando il motivo della riduzione degli sfalci.
Al di là di queste, per tutte le altre aree il Garante «consapevole che le copiose piogge nei mesi primaverili del 2024 non hanno facilitato il lavoro degli addetti alla cura del verde auspica che nell'anno 2025 si proceda con maggiore tempestività al regolare sfalcio del prato ove non previsto lo sfalcio ridotto per garantire la normale fruizione dei cittadini, anche in compagnia degli animali domestici».
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