Picchiato perché critica la legge Amato

da Genova
Gliel’avevano promesso, prima minacciandolo via e-mail, poi di persona: «Te la faremo pagare, sei un razzista di m... ». Per questo, ieri, l’hanno aspettato davanti a scuola in tre, due albanesi e un marocchino, e l’hanno aggredito. Sputi, calci e pugni. Il motivo? Edoardo Gambaretto, 15enne di Albissola, comune del savonese, aveva appeso insieme al fratello dei manifesti contro la legge Amato sull’immigrazione.
È Edoardo stesso, iscritto a Forza Italia come il fratello, a raccontare quanto accaduto: «Uscito dal mio liceo di Savona, ho visto un ragazzo albanese che il pomeriggio prima mi aveva insultato al campo sportivo. Ha iniziato a insultarmi, poi sono sbucati gli altri due. Mi hanno sputato e spinto a terra, contro un’auto o un cassonetto, e hanno iniziato a colpirmi. Senza che nessuno dei miei compagni intervenisse».
I tre, scappati prima dell’arrivo della polizia, sono stati comunque identificati e denunciati per lesioni e minacce. Due di loro (albanesi, di 15 e 17 anni) ieri sera sono stati portati in questura. Edoardo, medicato al pronto soccorso, ha qualche livido specie sul petto ma niente di rotto (la prognosi è di due giorni). «Per fortuna, poteva andare molto peggio - racconta Enrico Nan, deputato di Forza Italia e legale del giovane aggredito -.

Si trattava di stranieri in regola, figuriamoci come salirà la tensione con i nuovi arrivi previsti dalla legge Amato. Criticarla non significa essere razzisti, il ragazzo è stato picchiato perché voleva esprimere le sue idee. Se non verranno espulsi, i tre aggressori voteranno in Italia. Vi sembra giusto?».

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