Grooming gangs, maschi ammazzati, la propaganda di Zuckerberg. Le parole della settimana

Da Cecilia Sala alla propaganda di Zuckerberg, passando per i bloccanti della pubertà: la settimana raccontata in parole

Grooming gangs, maschi ammazzati, la propaganda di Zuckerberg. Le parole della settimana
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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcune della parole che hanno risuonato in questa settimana viste attraverso un filtro a colori

Grooming gangs

Bande di criminali, chiamate grooming gangs, prevalentemente di origine pakistana, hanno scolvolto la vita di ragazzine minorenni con molestie, stupri e torture e il sistema giudiziario inglese avrebbe fatto di tutto per occultare il fenomeno, probabilmente in nome del pensiero politicamente corretto e della paura di sentirsi razzisti. È un’accusa terribile quella che emerge verso il primo ministro inglese stesso dopo che Elon Musk ha portato l’attenzione su questo argomento. La risposta di Starmer è stata semplice: chi fa queste accuse è di estrema destra. Sono gli ultimi vagiti del potere woke?

Maschi ammazzati

Nel nuovo giovane anno già due uomini sono stati ammazzati dalle proprie donne, a quanto pare ora, e un altro uomo si è suicidato a causa dei ricatti di un’altra donna, la figlia minorenne. Kelly Egbon, un ragazzo nigeriano ucciso dalla fidanzata, Marco Magagna, ucciso con una coltellata al torace in provincia di Monza, e un uomo a Palermo suicidatosi a causa della figlia. È un bilancio drammatico quello della violenza contro gli uomini, che fa saltare per aria tutta la propaganda con cui il femminismo radicale e il woke hanno sfruttato vittime di violenza per costruire gabbie ideologiche, che culminano nell’ossessione per il patriarcato. E ora in tanti a dire “chissà cosa aveva fatto”, “era legittima difesa”. Per le lenti distorte di questa malata ideologia sembra quasi che persino i morti ammazzati abbiano un valore diverso. Per loro il maschio è sempre colpevole.

Cecilia Sala

E intanto il governo ha riportato a casa Cecilia Sala. Nel fiume di cattiverie e odio che ha gonfiato i social network, dovrebbe però emergere un altro sentimento, così semplice quanto banale: l’orgoglio. L’orgoglio di appartenere ad una nazione, quella italiana, e a uno Stato che riporta a casa i propri cittadini, arrestati o rapiti in terra straniera. Bentornata, Cecilia.

Bloccare la pubertà

JK Rowling ha sollevato a livello globale un tema che sta infiammando un dibattito. Una celebrità americana, Jonathan Van Ness, faceva tranquillamente propaganda per i puberty blockers. I puberty blockers sono sostanze da castrazione chimica con cui il woke vorrebbe “bloccare” la pubertà nei bambini, perché poi possano più tardi scegliere liberamente a quale sesso appartenere. Lo stesso personaggio fa anche propaganda per la transizione di genere dei minori. La Rowling ha condiviso post di chi si oppone a questa barbarie. Saranno anche gli ultimi vagiti del woke, ma sono ancora terribili.

La propaganda di Zuckerberg

Il ciclone Trump sconvolge i social network. Dopo anni di censure, profili bloccati, sospesi, eliminati su Instagram e Facebook, Mark Zuckerberg ci dice placidamente: ci eravamo sbagliati, abbiamo fatto propaganda per il woke, Biden e la sinistra americana, anche usando la censura. Non succederà più. Si è arreso a Trump. La domanda che nasce ora è: con quale credibilità potranno continuare questi social network a presentarsi come spazi di libertà e non come strumenti di propaganda? Speriamo che la gente acquisisca consapevolezza da questo episodio.

Gli ultimi onori di Biden

E per finire in bellezza, Joe Biden ha attribuito la più alta onorificenza

americana a una serie di persone, tra cui Hillary Clinton e George Soros. Chi non avesse ancora capito chi ha governato l’America, e quindi il mondo, negli ultimi decenni apra gli occhi e inizi a unire i puntini. Meglio tardi che mai.

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