Piccoli editori per la grande Africa

Molti editori di dimensioni medio piccole hanno lavorato, in questi ultimi anni, soprattutto trascinati dall’entusiasmo giovanile. Non di rado con risultati apprezzabili. Pensiamo a progetti come quello di Duepuntiedizioni, da Palermo, o alla Alet di Padova, che si è recentemente alleata con MeridianoZero e che continuerà, speriamo, a produrre letteratura intelligente.
Guardando al futuro, ci sembra interessante porre l’accento su alcune uscite della milanese casa editrice Epochè, che si propone di fare da ponte tra la cultura occidentale e quelle africane francofone. Non a caso pubblicherà a marzo Isabelle, una storia per quadri. Si tratta di un testo teatrale scritto a quattro mani da John Berger, inglese, pittore, critico d’arte, scrittore prolifico e fortunato, e da Nella Bielskin, ucraina trapiantata a Parigi. I due autori rievocano la figura leggendaria di Isabelle Eberhardt. Nel 1897, ventiduenne, la ragazza lascia Ginevra per il Sahara, portando con sé pochi libri e effetti personali. E nel deserto vive per soli cinque anni, fino alla morte, ma con un’intensità straordinaria e una passione d’impronta mistica. Uno tra i primi esempi di quella «fuga dalla civiltà» che tanto ha segnato l’immaginario del secolo seguente, e probabilmente anche di questo.
Dallo stesso editore proverrà, sempre a marzo, un libro di rara crudezza. Il romanzo Johnny cane cattivo, di Emmanuel Dongala (l’autore è cresciuto nell’attuale Congo Brazzaville, ma è fuggito in America nel 1997) ha a che fare con una realtà per noi difficile persino da immaginare: è la storia di un sedicenne che fa il soldato, ruba, uccide e terrorizza i suoi simili, e di una sua coetanea che si trova a essere l’unico sostegno per una famiglia disastrata e in fuga dalla guerra. Insomma, lo specchio di un’Africa che appare sempre più distante dal resto del mondo, ma allo stesso tempo si affaccia sulla soglia dell’Occidente ricco con inquietante ricorrenza. Un altro libro di cui ci auguriamo di sentir parlare s’intitola Il castigo degli ipocriti (sempre Epochè). È una testimonianza di Leila Marouane, scrittrice e giornalista algerina, qui impegnata a raccontare quanto una ribellione femminile agli stereotipi maschilisti possa costare cara in un Paese come il suo. Marouane è già stata in Italia a incontrare i lettori. La rivedremo a maggio alla fiera del libro di Torino.


Infine, le rinate edizioni Spartaco, della provincia di Caserta, prevedono la pubblicazione, ancora a marzo, di Une ambition dans le desert, dello scrittore egiziano Albert Cossery, che fu amico di Albert Camus. Questo romanzo visionario, scritto nel 1984, anticipa i temi del neocolonialismo, del nazionalismo arabo e della lotta politica violenta. Temi di oggi, purtroppo. Forse anche dell’anno prossimo.
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