Piccolo: il futuro di Ronconi tra mostre, libro e spettacolo

Autore di trentatré regie negli anni milanesi 1998-2015 torna in scena con i «suoi» attori e nei foyer dei 3 teatri

Piccolo: il futuro di Ronconi tra mostre, libro e spettacolo
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«In tutta la vita scolastica quello che mi interessava era il modo di parlare di ogni professore, i suoi tic, le sue manie. Mi divertivo a osservarli e non stavo mai attento a quello che dicevano». Quando hai cominciato a occuparti di teatro? «Prestissimo. A quindici anni avevo già letto gran parte dei classici teatrali. E sapevo che volevo dedicarmi al teatro. Infatti ho cominciato col fare l'attore, poi il riduttore di testi, poi il regista». Parla Luca Ronconi, intervistato quando non aveva ancora quarant'anni da Dacia Maraini e interpretato dall'allieva della scuola del Piccolo Anna Falco.

Sui monitor dei foyer dei tre teatri, Strehler, Grassi, Studio Melato, scorrono le immagini degli spettacoli di Ronconi diretti, prodotti o coprodotti dal Piccolo dal 1998 al 2015, gli anni della sua guida artistica in coppia con Sergio Escobar. Trentatré spettacoli. Se Ronconi non è solo il Piccolo, il Piccolo è molto Ronconi, tanto che se il teatro porta il nome dei fondatori, la scuola di teatro è intitolata a lui, nato a Susa, in Tunisia, l'8 marzo del 1933, e morto a Milano, il 21 febbraio del 2015, dieci anni fa, mentre era in scena la «Lehman Trilogy». L'8 marzo, quando avrebbe compiuto 92 anni, nel foyer dello Strehler verrà inaugurata una mostra installazione che occuperà anche i foyer del Grassi e dello Studio Melato, con bozzetti, disegni, progetti scenici, immagini delle prove, modellini e costumi di scena.

È già una cerimonia di ricordo la conferenza stampa di presentazione degli appuntamenti di «Prospettiva Ronconi», il programma di iniziative promosso dal Piccolo Teatro nel decimo anniversario della morte. Nelle prime file direttori e rappresentanti dei più o meno noti teatri milanesi. Il direttore artistico del Piccolo Claudio Longhi, che di Ronconi è stato allievo, insieme al direttore generale Lanfranco Li Cauli e al presidente Piergaetano Marchetti, ricordano ciò che non era e ciò che non amava, come volesse «non lasciare traccia» eppure la lasciava, o Brecht, «che non gli piaceva e a cui pure somigliava» (Longhi), o «la parola metodo» (Li Cauli) anche se in realtà era molto ordinato, «la primazia data al Piccolo in continuità con le origini» (Marchetti).

Non a caso il primo appuntamento teatrale si intitola «Non era così. Un ritratto di Luca Ronconi», allo Studio Melato lunedì 17 marzo con alcuni dei più celebri interpreti ronconiani: Franco Branciaroli, Giovanni Crippa, Laura Marinone, Massimo Popolizio, Galatea Ranzi riproporranno letture dalle scene dagli spettacoli di Ronconi, da «La vita è sogno» a «Lehman Trilogy», passando per «Lolita» e «Il Candelaio». I frammenti degli spettacoli saranno montati e proiettati in video per proporre una «piccola storia del teatro».

Ancora, tra gli appuntamenti da ricordare, nel ridotto dei Palchi della Scala, mercoledì 14 maggio, la presentazione del volume «Luca Ronconi.

Gli anni del Piccolo: 1998-2015. Interviste», a cura di Eleonora Vasta, in uscita ad aprile per Il Saggiatore. Lo immortala Escobar nella prefazione: «i suoi spettacoli vivono oltre e non contro le regole del fare teatro».

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