Pininfarina: un futuro fatto di auto sportive

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Francoforte

Sono giorni decisivi per il nuovo assetto azionario della Fiat e al futuro dell'azienda torinese guarda con attenzione l'intero indotto, senza distinzione tra le piccole e le grandi imprese. Tra queste ultime figura la Pininfarina che, oltre a collaborare con il Lingotto, ha da tempo perfezionato rapporti anche con altri costruttori. Per la svedese Volvo, Pininfarina produrrà infatti la nuova vettura sportiva C70, tra le anteprime del Salone di Francoforte. Andrea Pininfarina, amministratore delegato del gruppo e vicepresidente di Confindustria, sul futuro della Fiat non ha dubbi: «Con la diluizione della quota detenuta da Ifil e l'ingresso di alcune banche nell'azionariato - afferma - penso si vada incontro a un rilancio economico della società e a una stabilizzazione della situazione».
E la disponibilità del Sanpaolo Imi a sostenere l'Ifil anche in nome della “torinesità”?
«La torinesità è un punto importante, Fiat ha le radici piantate a Torino e qui ci auguriamo rimangano. Non dobbiamo dimenticare, però, che viviamo in un mondo globale che vede Fiat protagonista su scala mondiale. L'aspetto più importante, a questo punto, è l'andamento economico in ripresa e l'abilità dimostrata dal nuovo management di raddrizzare la rotta».
E il presidente Montezemolo, che lei affianca in Confindustria?
«A questo incarico pesantissimo ha abbinato quello di garante nei confronti dell'azionista Fiat. Ha affrontato un anno di sacrifici di vita personale, riuscendo a fare tutto».
Ingegnere, parliamo della sua azienda. Dopo quello con Volvo, ci saranno altri accordi?
«Sul fronte della produzione, oltre alla C70, in Italia siamo impegnati con la coupé Alfa Brera da cui deriverà, in primavera una spider. Sempre nel 2006 produrremo una coupé-cabriolet sia per Mitsubishi sia per Ford».
Vi occuperete anche delle future Maserati?
«C'è un rapporto di collaborazione stilistica che ci auguriamo si sposti progressivamente su tutta la gamma».
E la Cina?
«In Cina l'abbinamento tra servizi d'ingegneria e design ci sta dando molte soddisfazioni. Ora speriamo che nel 2006 anche i risultati economici tornino a essere più brillanti».


Perché il 2005 è stato un anno difficile?
«Ad averci penalizzato è stata la cessazione della produzione, dalla fine del 2004, di tutti i vecchi modelli Alfa, Peugeot, Mitsubishi e Ford. E nonostante il rafforzamento del settore ingegneria, anche attraverso l'acquisizione della francese Matra, ci è venuto a mancare l'apporto del settore produttivo».

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