Prima Pippo Baudo, ora Fiorello La laurea al Dams dà spettacolo

A Imperia una studentessa di 23 anni «studierà» il Rosario nazionale per la specialità

Prima Pippo Baudo, ora Fiorello La laurea al Dams dà spettacolo

Paolo Bertuccio

Non ha tremato nemmeno al cospetto di Pippo Baudo. Lo ha intervistato con piglio professionale, un pomeriggio di settembre, nella hall di un albergo di Castrocaro Terme. La laurea triennale al Dams di Imperia della ventitreenne Francesca Musacchio è passata anche attraverso l'incontro con il presentatorissimo siciliano: una tappa obbligata per chi vuol diventare dottoressa in «Discipline dell'arte, della musica e dello spettacolo» con una tesi intitolata «Il Festival di Sanremo nella cultura popolare italiana». Un'intervista con il guru dei festival passati e forse anche futuri da aggiungere all'elaborato a mo’ di appendice.
Francesca, originaria di Piovera nell'alessandrino ma trasferitasi nella città rivierasca all'inseguimento di un titolo di studio che le apra le porte dello show business, ha assolto l'impegno senza batter ciglio. Lo ha fatto per dare una dignità accademica alla kermesse canora più amata-odiata dagli italiani, che definisce, magari esagerando un po’, «parte del nostro patrimonio culturale: c'è Dante, Manzoni e poi Sanremo». Ma adesso che la laurea l'ha presa e sta inseguendo il secondo titolo, quello specialistico, Francesca ha in agenda un incontro che le fa già tremare le gambe dall'emozione, altro che Baudo. Presto volerà a Roma e si troverà faccia a faccia con il protagonista della sua seconda tesi, nonché showman più acclamato degli ultimi anni: Rosario Fiorello.
«Un idolo assoluto - s'infervora Francesca - fin da quando ero bambina, ai tempi del Karaoke. Fiorello di qui, Fiorello di là: i miei genitori non ne potevano più. A dodici anni ho insistito perché mi comprassero una coppola siciliana, uguale a quella che Fiore indossava cantando Tu vuo’ fa’ l'americano, uno dei suoi numeri preferiti. La portavo come una divisa, con le mie compagne di classe che mi guardavano esterrefatte». Una passione che dura ancora e, visto che nel frattempo il signor Viva Radiodue si è fatto largo nel cuore del pubblico e della critica, per Francesca concludere la carriera accademica proprio con un lavoro che riguarda «Fiore» è stato automatico. «Credo che Fiorello abbia un pregio sopra tutti gli altri: la poliedricità. Lui viene dalla gavetta dei villaggi turistici, dove bisogna essere intrattenitori in ogni momento della giornata. È lì che ha imparato a diventare il camaleonte che è adesso, uno che sa trasformare in show anche la semplice operazione di bere un bicchiere d'acqua».
Un fenomeno della natura, Fiore, e in quanto tale meritevole di una trattazione scientifica. Con l'aiuto di una persona che lo conosce molto da vicino: «Ho la fortuna - ci spiega Francesca - di avere come docente Sergio Valzania, il direttore di Radiodue», quella Radiodue che sta rivivendo anni di popolarità proprio grazie alla trasmissione di Fiorello. «Gli ho proposto la tesi una mattina, in aula: “La differenziazione nella produzione di spettacolo di Rosario Fiorello negli anni 2000”».
Giornata memorabile: Valzania sulle prime rimane un po' perplesso, perché al Dams le tesi di laurea riguardano soprattutto il teatro cosiddetto «colto» ed è piuttosto infrequente che a qualcuno venga in mente di occuparsi di intrattenimento popolare. Ma dopo una breve riflessione il direttore rompe gli indugi e offre tutta la propria collaborazione alla studentessa. Serve molto materiale: interviste, articoli, registrazioni audio e video delle imprese del Rosario nazionale. E poi ci sarà da incontrare personalmente lo showman , insieme al suo compagno d'avventure radiofoniche Marco Baldini e agli autori di Viva Radiodue. E chi meglio di Valzania può introdurre Francesca dietro le quinte, dove si cucinano i successi radiotelevisivi di Fiorello?
Al pensiero di ciò che la aspetta nei prossimi mesi, Francesca è elettrizzata: «Potrò parlare con Fiorello in tutta calma, fargli un sacco di domande, e già questo è un sogno che si avvera. In più avrò possibilità di accesso alle sedi Rai di Roma, per ricerche d'archivio e, naturalmente, per assistere alla realizzazione di Viva Radiodue». Una specie di viaggio nel paese dei balocchi: il sogno di Francesca, infatti, si chiama radio. «Voglio diventare speaker radiofonica, e probabilmente - ride - Fiorello c'entra qualcosa con questa mia passione. Sto già facendo un po’ di pratica in una piccola emittente imperiese, e mi trovo molto bene. Oltretutto quest'anno, durante la settimana del Festival, ho avuto modo di fare la “sanremologa” della situazione: non avrei potuto chiedere di meglio».
Il lavoro da fare è tanto, e l'appuntamento dovrebbe essere per la primavera dell'anno prossimo, con la discussione della singolare tesi di laurea. E se, tanto per giocare con la fantasia, quel giorno al Dams di Imperia si presentasse proprio Fiorello? «Be’, sarebbe bello... Troppo bello per essere vero.

Però, fantasie a parte, sarei contentissima se un giorno lo invitassero per conferirgli una laurea honoris causa: se la merita proprio, visto ciò che sta facendo per il mondo dello spettacolo italiano». Già, probabilmente la merita più di Vasco Rossi, il più discusso tra i laureati vip. E poi, per la dottoressa Francesca, sarebbe un onore avere un collega come Fiorello.

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