In pole "The Brutalist". Tra gli italiani, "Queer". La sorpresa? "April"

Molti buoni film, pochi capolavori. Adrien Brody e Tilda Swinton favoriti per la coppa Volpi

In pole "The Brutalist". Tra gli italiani, "Queer". La sorpresa? "April"
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Ora che siamo sopravvissuti alla proiezione di tutti e ventuno i film del concorso della 81 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, sempre più con durate extralarge, categoria in cui è già vincitore The Brutalist di Brady Corbet e i suoi 215 minuti (poco più di tre ore e mezza), possiamo dirvi che edizione è stata e quali film stasera riceveranno qualche premio. Tutti gli occhi sono puntati sulla giuria presieduta dall'attrice francese Isabelle Huppert e composta dal regista statunitense James Gray, da quello britannico Andrew Haigh, dalla polacca Agnieszka Holland, dal brasiliano Kleber Mendonça Filho, dal mauritano Abderrahmane Sissako, dal nostro Giuseppe Tornatore, dalla tedesca Julia von Heinz e dall'attrice cinese Zhang Ziyi. Ma, come è sempre accaduto, entrare nella testa dei giurati, quasi tutti registi (i critici ormai sono una specie in via d'estinzione), è un esercizio inutile. Perché la storia dei premi racconta di litigi che si tramutano in premi fantasiosi.

In più la selezione di quest'anno del direttore Alberto Barbera, sulla carta eccezionale, ha visto invece film per lo più buoni, senza però veri e propri capolavori o, comunque, senza un titolo sulla bocca di tutti come fu, lo scorso anno, Povere creature! che infatti vinse.

Se seguiamo i bookmaker, il favorito al Leone d'oro sarebbe il film di Brady Corbet, The Brutalist (e chi scrive sarebbe più che contento), con una grandissima interpretazione di Adrien Brody che non sfigurerebbe di certo con una Coppa Volpi in mano come migliore attore. Categoria in cui se la batte con Daniel Craig in versione queer nell'omonimo film di Luca Guadagnino e con Vincent Lindon di Jouer avec le feu delle sorelle francese Delphine e Muriel Coulin. A sorpresa, in pole position ci sarebbero anche il georgiano April (prodotto anche da Guadagnino e diretto pure da una donna, Dea Kulumbegashvili) e Babygirl con Nicole Kidman. I due film però, nella classifica delle stellette della stampa italiana del daily della rivista Ciak, hanno una delle medie più basse, 2,5 (su 5). Peggio hanno fatto solo due film, Leurs enfants après eux dei fratelli francesi Ludovic e Zoran Boukherma con 2,4 e Harvest della greca Athina Rachel Tsangari con 2,3. Ma anche nel campo della critica non vi sono grandi certezze perché se guardiamo ai colleghi internazionali ecco che Babygirl ha una media di 3,25, la terza più alta dopo I'm Still Here di Walter Salles e The Room Next Door di Pedro Almodóvar. Quest'ultimo ha il voto più alto per la stampa italiana, 3,8, davanti a Queer con 3,7 e a I'm Still Here con 3,6. Peraltro il regista spagnolo non ha mai vinto a Venezia e questo potrebbe essere l'anno giusto. Se, a questi titoli, aggiungiamo anche Maria di Pablo Larraín sulla Callas e il singaporiano Stranger Eyes, probabilmente stiamo parlando di film che, in un modo o nell'altro, compariranno nel palmarès della Mostra. Magari una Coppa Volpi femminile potrà andare a Nicole Kidman di Babygirl o a Fernanda Torres di I'm still here o Ia Sukhitashvili di April o, infine, a Tilda Swinton per The Room Next Door.

E gli italiani? Giova ricordare la regola che, nella storia veneziana, ha visto un Leone d'Oro andato a un film italiano solo quando il presidente di giuria lo era. Oppure, come è capitato varie volte negli scorsi anni, con i premi un po' di consolazione come il Leone d'Argento per la migliore regia magari unito al Premio Marcello Mastroianni per un giovane attore.

Però la pattuglia nazionale, Queer di Luca Guadagnino escluso, non sembra avere grandi chance. Forse Campo di battaglia di Gianni Amelio potrebbe aspirare a una Coppa Volpi per Alessandro Borghi che aiuterebbe il film non partito benissimo l'altro ieri nelle sale mentre invece non gira alcuna voce su Iddu di Grassadonia e Piazza, su Diva Futura di Giulia Louise Steigerwalt e, purtroppo, sul bellissimo Vermiglio di Maura Delpero.

Come dite? Ci siamo

dimenticati di Joker: Folie À Deux di Todd Phillips, sequel di quello che vinse il Leone d'Oro nel 2019? In effetti, come la prima volta, il peculiare musical con Joaquim Phoenix e Lady Gaga potrebbe riservarci delle sorprese.

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