A novembre 2024, l’indice destagionalizzato della produzione industriale in Italia segna un incremento dello 0,3% rispetto a ottobre. Questo dato, pubblicato dall’Istat, evidenzia una ripresa congiunturale in alcuni comparti, nonostante persistano segnali di contrazione su base tendenziale. Il trend conferma un quadro economico complesso, caratterizzato da una lenta uscita dalla crisi avviatasi nel 2023.
Le variazioni settoriali
Nel mese di novembre, la crescita è stata trainata dall’energia (+1,6%), dai beni di consumo (+0,9%) e dai beni intermedi (+0,3%), mentre i beni strumentali hanno subito una flessione (-0,6%). Tuttavia, su base tendenziale, l’indice corretto per gli effetti di calendario mostra una contrazione dell’1,5%, segnando il ventiduesimo mese consecutivo di calo. L’Unione Nazionale Consumatori, per voce del presidente Massimiliano Dona, ha descritto questa situazione come una “Caporetto” per l’industria italiana, sottolineando che rispetto a gennaio 2023, la produzione è diminuita del 5%, con un calo particolarmente pronunciato nei beni di consumo durevoli (-8,5%).
Contraddizioni nella congiuntura economica
L’ufficio studi di Confcommercio rileva una fine del 2024 segnata da contraddizioni: mentre occupazione e vendite al dettaglio mostrano segnali di debolezza, la produzione industriale e le presenze turistiche evidenziano lievi miglioramenti. In particolare, il settore dei beni di consumo sta consolidando il recupero iniziato a ottobre, suggerendo una possibile ripresa della domanda nel breve periodo. Tuttavia, l’e-commerce ha registrato una variazione negativa per la prima volta dal 2015, nonostante un Black Friday vivace.
Mercato del lavoro: luci e ombre
Sul fronte occupazionale, a novembre 2024 il tasso di disoccupazione in Italia si è attestato al 5,7%, in calo rispetto al 6,3% dell’area euro. Rispetto al mese precedente, rileva l’Istat nella nota sull’andamento dell'economia italiana dei mesi di novembre e dicembre 2024, si è registrato un lieve calo degli occupati (-0,1%), concentrato tra gli uomini e i giovani sotto i 35 anni. In termini trimestrali, però, l’occupazione è cresciuta dello 0,2% (+49 mila unità), evidenziando una tenuta nel medio periodo. Tuttavia, l’aumento del tasso di inattività (+0,1 punti) e la crescita della disoccupazione giovanile (+1,4 punti) indicano persistenti difficoltà nel mercato del lavoro.
Prezzi energetici e inflazione
L’andamento dei prezzi energetici continua a influenzare l’economia italiana. Il prezzo del gas è risalito a dicembre 2024, con l’indice che ha toccato 111,2 punti. Nonostante questa crescita, i livelli rimangono inferiori ai picchi del 2022, grazie a una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento e a politiche di contenimento della domanda. Di contro, il prezzo del Brent è rimasto su un trend discendente, toccando i 73,8 dollari al barile in media a dicembre.
Prospettive per gli investimenti e la domanda
L’indagine della Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione e crescita ha rilevato un peggioramento del clima di fiducia tra le imprese industriali, con un saldo negativo di -19 punti per le condizioni di investimento. Tuttavia, rimangono positive le previsioni per gli investimenti nel 2025, trainate soprattutto dai settori dei servizi e delle costruzioni.
Secondo l’indagine sulle aspettative di inflazione e crescita della Banca d’Italia, la percentuale delle imprese che hanno espresso valutazioni negative è salita al 30%, da 21% nell’indagine precedente, a fronte della sostanziale stabilità della quota di chi ha ravvisato un miglioramento (5% da 6%). Il deterioramento dei giudizi, rileva Bankitalia, è stato diffuso a tutti i settori.
Sul fronte della domanda, si confermano difficoltà per l’industria, dove il
saldo tra le imprese che prevedono una crescita delle vendite e quelle che ne anticipano una riduzione è sceso a -16 punti. In controtendenza, le costruzioni mostrano una crescita sostenuta, favorita dalle misure del Pnrr.
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