Mentre la Francia continua a perdere terreno nelle preferenze degli investitori obbligazionari a causa dell'elevata instabilità politica, con i titoli di Stato transalpini arrivati a rendere più di quelli della Grecia, i Btp si apprestano a chiudere un 2024 decisamente positivo e di sovraperformance rispetto agli altri Paesi core dell'eurozona. I titoli di Stato italiani hanno infatti guadagnato terreno sia verso gli Oat francesi, con il differenziale di rendimento dimezzatosi da settembre a oggi, sia verso la Germania con lo spread Btp-Bund sceso in area 120, sui minimi dal 2020.
L'outlook 2025 di Anima Research indica anche per il prossimo anno una performance positiva dei Btp, almeno nel primo semestre con la Banca centrale europea più accomodante che potrebbe essere un fattore di supporto. "Non prevediamo un aumento dei rischi idiosincratici che possa alimentare un allargamento significativo dello spread Btp/Bund". Tra gli elementi che fanno propendere a favore di Btp ci sono in primis, l’aumento della crescita potenziale italiana che trova sponda nei fondi del PNRR; a questo si aggiunge la solida la domanda degli investitori retail italiani così come degli investitori esteri, come emerso dalle ultime emissioni record via sindacato.
Quest'anno il differenziale di rendimento tra Btp a 10 anni italiano e quello di pari durata tedesco si è progressivamente ristretto e gli attuali livelli di 120 punti base più che dimezzati rispetto ai circa 260 di quando si insediò il governo Meloni nell'autunno 2022.
Attesa sponda costante da Bce con tassi in discesa
In generale, l'obbligazionario sta per ultimare un anno di performance ancora deludenti. Gli strategist di Anima guardano con "moderato" ottimismo al prossimo anno e si aspettano ritorni migliori che nel 2024. Negli Stati Uniti, in particolare, i rendimenti storicamente elevati rappresenteranno la maggior fonte di reddito, mentre lo spazio per una discesa significativa dei tassi è limitato. In Area Euro, invece una ripresa moderata e una crescita che resterà sotto potenziale potrebbero favorire un calo dei rendimenti dai livelli correnti, in particolare nella prima parte dell’anno.
"La Banca Centrale Europea dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base ad ogni riunione fino a giugno 2025, portando il tasso sui depositi al 2%; il rischio è che nel secondo semestre si scenda sotto il livello di neutralità, se la crescita dovesse indebolirsi più del previsto e/o l’inflazione core calare più rapidamente", argomenta Fabio Fois, Head of Investment Research & Advisory di Anima.
L'esperto ritiene che le politiche proposte dal neoeletto presidente Donald Trump non dovrebbero esercitare un impatto rilevante sullo scenario centrale, almeno per la prima parte dell’anno. "Il possibile avvio di una guerra tariffaria globale avrebbe ripercussioni in tempi successivi e costituirà un rischio a partire dalla fine del 2025".
Anima si aspetta che la crescita globale mantenga un ritmo simile a quello del 2024 e si attesti in media al 2,6%, leggermente al di sopra delle aspettative di consenso. Siamo più ottimisti della media degli analisti sulla crescita degli Stati Uniti (+2,3% nel 2025, a fronte di una stima di consenso dell'1,9%) e più cauti sull’Area Euro (+1%, rispetto all’1,2% del consenso).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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