Carburanti, slitta la riforma

Sulla svolta green insorgono le associazioni dei gestori

Carburanti, slitta la riforma
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Un supplemento di riflessione sul ddl Carburanti. Il Consiglio dei ministri ieri ha rinviato l'approvazione del testo che riforma la disciplina per l'installazione di impianti di distribuzione. Le organizzazioni dei gestori avevano minacciato la serrata contro il provvedimento. Faib Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio hanno immediatamente criticato un'impostazione che, a loro parere, è sbilanciata verso le compagnie petrolifere. In base alle bozze circolate nell'imminenza della riunione, gli accordi avrebbero continuato ad avere una durata di 5 anni. Gli esercenti, però, criticavano la possibilità di disdetta con 90 giorni di preavviso. Unem, associazione delle aziende del settore petrolifero, l'ha invece definito «un passo importante per la razionalizzazione della rete».

La maggior parte del testo, infatti, è orientata a favorire l'ammodernamento delle reti. Nel riassetto del settore, come emerso dalle bozze, ci sono incentivi ad hoc per la riconversione degli impianti per una svolta verde: l'istituzione di un fondo da 140 milioni presso il ministero dell'Ambiente per coloro che convertiranno i propri impianti entro il 2027 in stazioni dedicate alla ricarica di veicoli elettrici con potenza di almeno 90 kilowatt. In particolare, sono ammessi fino a 60mila euro di contributi per impianti di ricarica elettrica per coprire fino al 50% delle spese sostenute nella riconversione delle stazioni di servizio e 10mila per i carburanti bio. Previsto un bonus volumetrico del 10% in sede di rilascio del titolo edilizio per nuova costruzione o ristrutturazione di un edificio esistente, anche a uso commerciale, per la ristrutturazione, riconversione o installazione degli impianti di distribuzione di carburanti alternativi.

Il rilascio delle autorizzazioni è subordinato anche alle verifiche antimafia. A partire dal primo gennaio 2025, è previsto che non possano essere rilasciate autorizzazioni per impianti che non prevedano almeno la distribuzione di un altro vettore energetico alternativo ai combustibili fossili (elettrico o biocarburanti). Una stretta alle autorizzazioni riguarderebbe anche la richiesta di dimostrare «capacità tecnico-organizzativa ed economica necessaria», l'insussistenza di condanne con sentenza definitiva e il rispetto della legislazione in materia contributiva. In caso di violazione l'autorizzazione sarà revocata.

Compito dei gestori sarà informare i consumatori sulla disponibilità di biocarburanti con una chiara segnalazione del prodotto biologico. Il ddl contiene anche nuove norme sui cartelloni per segnalare il prezzo medio dei carburanti su base regionale (o nazionale sulle autostrade).

Viene soppresso il riferimento contenuto nella norma al prezzo della modalità di rifornimento con servizio da inserire nei cartelloni e all'indicazione di quest'ultimo prezzo come differenza in aumento rispetto al prezzo senza servizio, ove esso sia presente.

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