Cina pronta a stangare latte e formaggi Ue. Aperta un'indagine sui sussidi al settore

Nel mirino di Pechino c'erano già la carne suina e i brandy

Cina pronta a stangare latte e formaggi Ue. Aperta un'indagine sui sussidi al settore
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Botta e risposta a colpi di dazi. All'affondo di Bruxelles sulle auto elettriche prodotte in Cina, Pechino replica prendendo di mira latte e formaggi europei. I prodotti lattiero-caseari divengono così l'ultimo bersaglio in ordine di tempo di una guerra commerciale latente tra Bruxelles e il Dragone. Il ministero del Commercio cinese, su richiesta dei gruppi industriali sotto l'orbita statale, ha avviato un'indagine sui prodotti lattiero-caseari di otto stati membri dell'Ue, tra cui l'Italia. Nel dettaglio verranno esaminati 20 programmi di sovvenzione dell'Unione, tra cui alcuni nell'ambito della politica agricola comune. La valutazione riguarderà le sovvenzioni dell'Ue per la produzione di formaggio fresco e fuso e altri prodotti a base di formaggio, latte e panna. L'Ue figura al secondo posto nelle importazioni da parte della Cina di prodotti lattiero-caseari per un controvalore di 1,7 miliardi di euro, preceduta solo dalla Nuova Zelanda.

L'indagine - che dovrebbe concludersi entro dodici mesi (salvo proroga di sei mesi «in circostanze particolari») - rischia di sfociare in dazi sull'esportazione di tali prodotti, così come le analoghe azioni intraprese recentemente da Pechino in relazione alle esportazioni europee di brandy e carne suina.

«Confidiamo che l'Unione Europea e la Cina trovino un modo costruttivo per risolvere eventuali controversie bilaterali, come è accaduto in passato su altre questioni», ha dichiarato Alexander Anton, segretario generale dell'associazione europea dei prodotti lattiero-caseari.

La controffensiva cinese arriva dopo che martedì l'Unione Europea aveva rivisto al ribasso l'entità dei dazi proposti sulle importazioni di auto elettriche di fabbricazione cinese. I dazi quinquennali arriveranno fino a un ulteriore 36,3% oltre il 10% attuale. Pechino, sempre per bocca del ministero del Commercio, ha risposto ieri in maniera piccata ribadendo come le conclusioni preimpostate nell'indagine europea anti sovvenzioni violano l'impegno sui principi di «obiettività, equità, non discriminazione e trasparenza» e sono anche incompatibili con le regole del Wto.

«Concorrenza sleale in nome della concorrenza leale», tuona il Dragone che paventa pesanti ricadute dall'applicazione delle restrizioni sui veicoli elettrici cinesi che «interromperanno la stabilità della catena

dell'industria automobilistica globale e di fornitura, compresa l'Ue, danneggiando gli interessi Ue e dei consumatori, fino a compromettere la trasformazione green europea e la cooperazione globale sul cambiamento climatico».

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