Damiani: “La rottamazione costa 5 miliardi: se ci sono i soldi, tagliamo l’Irpef”

Forza Italia definisce altre priorità, ma la Lega insiste: “Non è un condono”

Damiani: “La rottamazione costa 5 miliardi: se ci sono i soldi, tagliamo l’Irpef”
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La discussione sulla cosiddetta "rottamazione quinquies" si intensifica, con posizioni divergenti tra gli alleati di governo. Se da un lato Forza Italia spinge per un'estensione della rottamazione 4 senza gravare sui conti pubblici, dall'altro la Lega propone un piano strutturale di rateizzazione decennale.

Il senatore di Forza Italia Dario Damiani ha spiegato all'Adnkronos che la proposta della Lega comporterebbe un costo di circa 5 miliardi di euro. Tuttavia, ha precisato che se vi fossero risorse aggiuntive, queste dovrebbero essere destinate prioritariamente al taglio dell'Irpef per il ceto medio, come promesso nel corso dell'ultimo anno. Al momento, Forza Italia si concentra sulla mini-rottamazione in esame nella commissione Affari costituzionali, grazie a un emendamento del relatore Mario Occhiuto al decreto Milleproroghe.

"La riapertura dei termini della rottamazione 4 per i debitori decaduti è sicuramente un passo positivo", ha dichiarato Damiani, sottolineando che questa misura "oltre a non gravare sui conti pubblici, consente di rimettere in bonis molte persone, tra cui piccoli artigiani e professionisti che negli ultimi tempi hanno avuto difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali". Secondo il senatore, l'estensione della rottamazione quater garantirebbe comunque un gettito aggiuntivo di circa 130 milioni di euro per lo Stato.

Diversa la posizione della Lega, che punta su un approccio di lungo periodo. Il deputato e presidente della Commissione Attività Produttive, Alberto Gusmeroli, ha ribadito in un'intervista a Il Tempo che la proposta leghista non rappresenta un condono, bensì un sistema strutturato per affrontare il problema degli arretrati fiscali. "Il disegno di legge è stato depositato in novembre alla Camera e la scorsa settimana al Senato: prevede la possibilità di rateizzare in dieci anni tutto l'arretrato di imposte, tasse e contributi fino al 31 dicembre 2023", ha spiegato.

L'obiettivo principale, secondo Gusmeroli, è "permettere a milioni di italiani di risolvere gli arretrati" e allo stesso tempo ridurre il problema delle imposte non versate, che ogni anno aumentano di 40-50 miliardi di euro. Tra il 2017 e il 2023, il totale di queste imposte ha raggiunto i 380 miliardi. Il piano prevede 120 rate mensili uguali, con la decadenza che scatterebbe solo dopo otto rate non pagate, in modo da distinguere tra chi ha difficoltà temporanee e chi invece non ha intenzione di pagare.

Rispondendo alle critiche di chi definisce la misura un condono, Gusmeroli ha ribadito: "Le imposte si pagano tutte, semplicemente in dieci anni. Se fosse un condono, lo avrebbero fatto tutti i governi precedenti, da Renzi a Gentiloni, fino a Conte".

Ha poi sottolineato l'importanza di convincere gli alleati di governo sulla bontà del provvedimento: "La Lega si sta impegnando al massimo per trovare un'intesa, poiché la politica deve stare vicino alla gente, soprattutto in un momento di difficoltà per milioni di italiani".

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