Il debito pubblico italiano sfonda quota 3.000 miliardi

Bankitalia: per la sostenibilità fondamentale monitorare evoluzione rispetto al Pil. Il ministro Giorgetti rassicura: "Siamo sulla strada giusta per farlo calare"

Il debito pubblico italiano sfonda quota 3.000 miliardi
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A novembre 2024, il debito pubblico italiano ha superato per la prima volta la soglia dei 3.000 miliardi di euro, attestandosi a 3.005,2 miliardi. Questo incremento di 23,9 miliardi rispetto al mese precedente è stato principalmente determinato dall’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro e dal fabbisogno delle amministrazioni pubbliche. La Banca d’Italia, nella sua nota ufficiale, ha fornito una chiave di lettura approfondita su questo importante risultato, sottolineando aspetti economici di rilievo per comprendere il contesto di questa crescita.

Cosa significa superare la soglia dei 3.000 miliardi

Il superamento di una soglia simbolica come quella dei 3.000 miliardi può destare preoccupazione nell’opinione pubblica. Tuttavia, come evidenziato dalla Banca d’Italia, il valore nominale del debito pubblico, pur importante, non è l’unico indicatore rilevante per valutare la sostenibilità delle finanze pubbliche. È cruciale considerare il rapporto tra debito e prodotto interno lordo (Pil), un parametro che misura la capacità del Paese di far fronte ai propri obblighi finanziari. Ad esempio, nonostante un aumento nominale di quasi 292 miliardi nel triennio 2021-2023, il rapporto debito/Pil è sceso di oltre 19 punti percentuali nello stesso periodo.

Le componenti dell’aumento del debito

L’aumento registrato a novembre è stato influenzato principalmente da due fattori:

  1. Disponibilità liquide del Tesoro: Incrementate di 20,9 miliardi, raggiungendo i 63,9 miliardi.
  2. Fabbisogno delle amministrazioni pubbliche: Pari a 3,2 miliardi.

In senso opposto, un lieve effetto di contenimento è derivato dagli scarti e premi legati all’emissione e al rimborso di titoli, dalla rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e dalle variazioni dei tassi di cambio, per un totale di 0,2 miliardi.

Ripartizione del debito

Il debito consolidato delle amministrazioni centrali ha registrato l’intero aumento di 23,9 miliardi, mentre le amministrazioni locali e gli Enti di previdenza hanno mantenuto livelli invariati. La vita media residua del debito si è confermata stabile a 7,8 anni.

I detentori del debito

La quota di debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 21,8% (dal 22,1% del mese precedente), mentre quella in mano a investitori non residenti è salita al 30,5% a ottobre, rispetto al 30,2% di settembre. La restante parte è detenuta da residenti, principalmente famiglie e imprese non finanziarie, la cui quota è leggermente scesa al 14,3% dal 14,4%.

Entrate tributarie in calo a novembre

Sempre a novembre, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 51,7 miliardi, registrando un calo dello 0,1% rispetto al novembre 2023. Tuttavia, nei primi undici mesi del 2024, le entrate tributarie sono aumentate del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo i 504,3 miliardi.

Il ministro Giorgetti

"Quello che ci conforta - commenta il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - è che l'Italia è uno dei pochi paesi che ha fatto tempestivamente un piano strutturale di rientro del debito che è stato

accettato e condiviso dall'Ue, ci conforta che siamo sulla strada giusta. Avremmo probabilmente dovuto fare negli anni in cui si sono formati tutti questi debiti lo stesso lavoro, lo stesso comportamento che stiamo facendo noi".

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