È stato approvato oggi, com'era in programma il primo Documento di economia e finanza (Def) dell'attuale governo. Nel corso di questo pomeriggio, il Consiglio dei ministri ha approvato il testo relativo all'anno 2023.
Per questo Def, documento all'interno del quale vengono inserite tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise ed imposte, l'esecutivo Meloni ha preferito mantenersi prudente, considerate le sfide in arrivo e quelle già affrontate.
Dati incoraggianti, ma restiamo cauti
Nel Documento di economia e finanze del 2023 per il triennio 2024-2026 si tiene conto di un quadro economico-finanziario in miglioramento rispetto agli anni trascorsi ma ancora incerto. Pesano gli strascichi lasciati dalla passata emergenza sanitaria, così come gli effetti delle sanzioni alla Russia e della guerra in Ucraina. Un ruolo molto importante lo ha anche l'aumento dei tassi d'interesse voluto dalla Bce e dalle altre banche centrali.
Malgrado le avversità, tuttavia, "l'economia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalità", si legge nel testo proposto dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
"A fronte di una stima di deficit tendenziale per l'anno in corso pari al 4,35% del Pil, il mantenimento dell'obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull'anno in corso", comunica poi in una nota il ministero dell'Economia e delle finanze. "Ciò sosterrà il potere d'acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale".
Si attende una crescita del prodotto interno lordo dell'1% per il 2023 (nel quadro programmatico e tendenziale) e dell'1,5% per il 2024. Nel 2025, invece, è prevista una crescita dell'1,3% (programmatica e tendenziale) e nel 2026 dell'1,1% (programmatica e tendenziale).
Debito e pressione fiscale
Per quanto concerne il rapporto debito/Pil, questo era stimato 144,4% nel 2022, ossia 1,3 punti percentuali in meno rispetto alla previsione del Dpb dello scorso novembre. La discesa, si apprende, dovrebbe progressivamente continuare nel 2023 (142,1%) e nel 2024 (141,4%). Si auspica di aver raggiunto per il 2026 il 140,4%.
Nel Def viene inoltre prevista una decrescita della pressione fiscale, che dovrebbe passare dal 43,3% del 2023 al 42,7% entro il 2026.
Le reazioni, e la preoccupazione per Quota 41
Soddisfazione da parte del deputato di Fratelli d'Italia Elisabetta Gardini, che vede nell'approvazione del Def la bontà del lavoro del governo. "L'Italia è in crescita rispetto alle previsioni, alla faccia dei gufi, e possiamo dire tranquillamente che, con il centrodestra al governo, ci sono una guida e una visione strategiche", ha commentato, come riportato dalle principali agenzie di stampa.
Meno contenti nella Lega, dove si teme che i 3 miliadi stanziati non siano sufficienti per Quota41. "Con pochi miliardi quota 41 non si fa, questo è chiaro. Dovremmo capire quante risorse avremo e come potremo avvicinarci a quell'obiettivo, che è lo stesso discorso della flat tax. La flat tax al 15% si può fare per tutti subito, ma bisogna avviare un percorso di avvicinamento e poi capiremo cosa si potrà fare", ha dichiarato a 24 Mattino su Radio 24 il capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari. "Su altre partite invece sono stati raggiunti dei risultati più importanti, come ad esempio l'aumento dei regimi minimi per le partite Iva. I conti si fanno con i numeri, quindi vedremo quali sono i fondi a disposizione, ed è chiaro che per la Lega il tema delle pensioni è da sempre prioritario, e se anche non potremmo fare quota 41 per tutti, dal mio punto di vista dovremmo cercare di migliorare la quota 103 uscita l'anno scorso", ha aggiunto.
Più serena Forza Italia, che risponde anche alla Lega. "In questo momento godiamoci questo differenziale positivo.
3 miliardi sono quelli in relazione alla differenza tra 0,6% e 1%: se saranno 3 miliardi, meglio avere questi che non avere nulla, perché nella previsione dello 0,6% non ci sarebbero stati", ha dichiarato Paolo Barelli, capogruppo di FI alla Camera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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