L'Europa è, tra le grandi economie, l'area con il maggior grado di dipendenza energetica: il 58,3% del fabbisogno energetico dipende dalle importazioni mentre il dato scende al 20% per la Cina ed è pari a zero per gli Stati Uniti, che sono totalmente autosufficienti nella produzione rispetto al fabbisogno energetico. È quanto emerge dalla sesta edizione dell'analisi Med & Italian Energy Report, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e frutto della sinergia scientifica tra Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e l'ESL@energycenter Lab del Politecnico di Torino, e della collaborazione con la Fondazione Matching Energies.
La transizione energetica in Europa
Guardando specificatamente alla produzione di energia elettrica, è in corso da oltre un ventennio un'importante modifica del mix europeo di generazione. L'uso del carbone è diminuito drasticamente dal 32% del 2000 a circa il 12%, mentre è leggermente aumentata la quota del gas naturale dal 12% al 17%. Dominano oggi le energie rinnovabili, passate dal 15% nel 2000 al 45%. Ci si aspetta un ritmo di espansione dell'elettricità da rinnovabili più che doppio entro il 2030. Tra i principali paesi europei: la Spagna presenta un mix più equilibrato e con il più alto peso delle rinnovabili che arrivano al 51% del totale nel 2023; la Germania è il Paese con il più elevato utilizzo di carbone (26% del totale), anche se in forte riduzione. In Francia il mix energetico è dominato dal nucleare (64% del totale).
La situazione italiana
L’Italia, dal canto suo, è il Paese europeo con il più alto grado di dipendenza energetica, pari al 74,8% nel 2023. Tuttavia, il dato mostra una tendenza positiva di graduale riduzione rispetto al 77,5% registrato nel 2019.
La crescente incidenza delle energie rinnovabili nel mix energetico italiano è un segnale incoraggiante. Nel 2024, il 41,2% della domanda di energia elettrica è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, il livello più alto mai raggiunto. Secondo il rapporto, “l’aumento della produzione rinnovabile è la strada da seguire per ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas”, un obiettivo strategico per il futuro energetico del paese.
La riduzione della dipendenza dal gas russo è un altro aspetto fondamentale. L’Algeria, grazie al gasdotto Transmed, ha sostituito gradualmente i flussi russi, diventando il principale fornitore di gas per l’Italia. Dal 2021 al 2023, le importazioni algerine sono aumentate dal 29,5% al 38%, mentre la quota russa è scesa drasticamente al 4,2%.
Massimo Deandreis, direttore generale di Srm, ha commentato: “L’Italia ha ridotto in questi anni la dipendenza energetica pur restando sopra la media europea. L’Europa è fortemente dipendente per l’oil&gas e quindi ha bisogno di diversificare. Gli Stati Uniti sono totalmente autosufficienti per quanto riguarda l’oil&gas ma non lo sono per le materie prime che servono per le energie rinnovabili. La Cina, invece, ha una bassa dipendenza per l’oil&gas e per le materie prime relative per le rinnovabili”.
Francesca Passamonti, responsabile delle relazioni regolatorie europee di Intesa Sanpaolo, ha aggiunto: "L'energia è uno dei settori rilevanti per il nostro gruppo bancario perché siamo presenti nei finanziamenti delle principali imprese che investono nel settore. È importante conoscere le strategie dell'Unione Europa e gli sviluppi regolamentari. Intesa Sanpaolo partecipa al dibattito pubblico e fornisce consulenza ai gruppi industriali che vogliono attuare la transizione energetica”.
Impatti geopolitici e rotte energetiche
Con la presidenza americana di Donald Trump, aumenterà la spinta a vendere più petrolio e gas degli Usa all'Europa, che già nel corso degli ultimi anni ha aumentato le importazioni di Gnl dagli Stati Uniti. Se nel 2021 pesavano per il 27%, la quota è cresciuta al 41% l'anno successivo, arrivando al 48% sul totale del Gnl importato dall'Europa nei primi mesi del 2024. La politica energetica di Trump, secondo l'analisi, ed il suo ritorno al fossile, laddove verrà attuata, avrà impatti "rilevanti sulla geografia energetica e sugli equilibri geopolitici legati al commercio delle commodity energetiche. L'espansione della produzione americana di idrocarburi è un modo per ridurre i costi dell'energia e guadagnare competitività, soprattutto nei confronti della Cina". Le tensioni geopolitiche degli ultimi anni, inoltre, in particolare il conflitto Russia-Ucraina e la crisi del Medio Oriente, hanno influenzato il commercio mondiale di energia.
Il flusso di Gnl diretto verso le coste settentrionali del Mediterraneo, attraverso il Canale di Suez, si è interrotto dal febbraio 2024. Di conseguenza la percentuale di greggio importato attraverso il Mar Rosso è diminuita da oltre il 16% del totale nell'ottobre 2023 a circa il 4% nel febbraio 2024, per poi rimanere sempre al di sotto del 5%. Ora gli annunci delle tregue e delle trattative "lasciano intravedere migliori prospettive", spiegano gli autori della ricerca. Ettore Bompard, direttore scientifico di ESL@energycenter Lab, ha dichiarato: "La sicurezza delle rotte marittime è essenziale per il benessere dei mercati globali del petrolio e del gas. Tuttavia, il contesto geopolitico instabile richiede soluzioni tecnologiche e diplomatiche per garantire approvvigionamenti stabili e sostenibili”.
Le tensioni geopolitiche degli ultimi anni, tra cui il conflitto Russia-Ucraina e le crisi in Medio Oriente, hanno avuto un impatto significativo sul commercio energetico globale. Le principali rotte marittime, come lo Stretto di Hormuz, lo Stretto di Malacca e il Canale di Suez, rimangono vitali per il trasporto di petrolio e gas. Tuttavia, interruzioni come quelle nel Mar Rosso dal febbraio 2024 hanno evidenziato la fragilità di queste vie. La durata media dei viaggi delle metaniere dal Qatar è più che raddoppiata, passando da 18,5 giorni nel 2023 a 39,7 giorni nell’aprile 2024.
Il ruolo dei porti italiani
L'Italia è in prima fila nello sviluppo del nuovo modello del porto come polo di sviluppo energetico. Diverse strutture italiane sono nella top 10 dei principali porti energy dell'area Med. Per il greggio: Trieste (38 milioni di tonnellate movimentate), Augusta (9,5 milioni di tonnellate) e Sarroch (7,8 milioni) per i prodotti petroliferi raffinati; Napoli per il gas (1 milione); Porto Levante-Rovigo (6,4 milioni) e Piombino (2,4 milioni) per il Gnl.
Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha sottolineato: "Lo sviluppo dei porti energetici è una priorità strategica per l’Italia e per l’Europa, che devono affrontare le sfide legate alla transizione energetica e alla sostenibilità economica delle infrastrutture”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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