La Germania, un buco nero per la crescita europea

La sfida di Merz è rovesciare un modello fallimentare

La Germania, un buco nero per la crescita europea
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La Germania, spesso considerata il motore economico dell’Europa, sta oggi mostrando crepe nel suo modello di sviluppo. Secondo l’analisi di Luca Paolazzi, economista e advisor di Ceresio Investors, il Paese è diventato un “buco nero” che inghiotte crescita, non solo per sé stesso ma per l’intera Europa.

I tre pilastri della politica economica tedesca

La politica economica tedesca si basa su tre principi fondamentali:

  1. Stabilità monetaria, affidata alla Banca centrale europea (Bce), erede della Bundesbank, con un mandato esclusivo di controllo dell’inflazione.
  2. Bilancio pubblico in pareggio, sancito dalla legge costituzionale del 2009, che limita il deficit strutturale allo 0,35% del Pil.
  3. Surplus nei conti esteri, considerato un vanto nazionale, ma ottenuto a scapito della domanda interna.

“Il totem dei conti esteri in surplus comporta alti rischi”, scrive Paolazzi, evidenziando come il 20% dei risparmi accumulati in 25 anni si sia volatilizzato.

Le conseguenze del modello tedesco

Il perseguimento del surplus ha portato a una compressione della domanda interna, con effetti negativi sull’economia tedesca e europea. “Ogni surplus viene finanziato incamerando attività estere”, spiega Paolazzi, ma questo ha reso la Germania dipendente dalle vicende economiche dei suoi debitori.

Inoltre, il settore automobilistico, vanto dell’industria tedesca, è in grave difficoltà a causa dello scandalo del Dieselgate e del ritardo nella transizione all’elettrico. “Nel 2024, la produzione di auto in Germania è stata quasi il 30% inferiore ai livelli del 2016”, sottolinea l’analisi.

Prospettive per il futuro

Paolazzi individua alcune direttrici per il rilancio:

  1. Rilancio della domanda interna, abbandonando il totem del surplus estero.
  2. Investimenti in tecnologie digitali e verdi, in linea con il Green Deal europeo.
  3. Maggiore integrazione europea, per superare le fragilità del modello attuale.

Tuttavia, il nuovo governo di Grande coalizione dovrà affrontare sfide politiche complesse per modificare le regole di bilancio e avviare questo cambiamento.

L’Italia e la “sindrome tedesca”

Anche l’Italia, secondo Paolazzi, sta soffrendo di una “sindrome tedesca”, con crescenti surplus esteri ottenuti a scapito della domanda interna. “La domanda interna cresce poco, e così l’economia tutta, tenendo basso il benessere degli italiani”, conclude l’analisi, invitando a ripensare il modello di sviluppo.

In sintesi,

la Germania deve abbandonare il suo attuale modello economico per evitare di continuare a frenare la crescita europea. Solo così potrà trasformarsi da “buco nero” in motore di prosperità per sé stessa e per il continente.

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