"I distributori non sono sciacalli. Scorrettezze? Da cercare più in alto"

Intervista all'economista Carlo Stagnaro, direttore del centro ricerche e studi dell'istituto Bruno Leoni: "Focus sui mercati all'ingrosso. Ma punire i furbetti"

"I distributori non sono sciacalli. Scorrettezze? Da cercare più in alto"

«La speculazione sulla benzina, se c`è, è da cercare a monte. Difficile che possa essere tra i benzinai, che sono oltre 20mila in Italia ed è complesso che si possano mettere d`accordo sui prezzi. Certo ci possono essere casi isolati, che la Guardia di Finanza fa bene a perseguire con i suoi controlli». Questa è la tesi di Carlo Stagnaro, economista e direttore del centro Ricerche e Studi dell`Istituto Bruno Leoni, che Il Giornale ha intepellato in merito alla crescita dei prezzi alla pompa di benzina.

Dottor Stagnaro, questi rincari andranno a peggiorare i problemi inflattivi?
«Se ci saranno effetti, saranno nell`ordine dello zero virgola. Teniamo presente che siamo in una situazione in cui i prezzi stanno scendendo e, al di là dell`aumento delle accise, paghiamo il pieno all`auto meno di quanto lo pagassimo sei mesi fa con lo sconto».

Non pensa, quindi, che qualcuno ne stia approfittando?
«Se guardiamo il monitoraggio settimanale del ministero delle Imprese e del Made in Italy, vediamo che nell`ultima settimana per benzina e diesel abbiamo avuto aumenti di 16-17 centesimi, inferiori all`incremento delle accise. Non vedo anomalie, almeno a livello di valori medi».

Come interpreta, allora, le 2.809 violazioni rilevate dalla Guardia di Finanza solo nell`anno scorso?
«Dentro quelle irregolarità ci sono tante cose. Alcune sono truffe, altri comportamenti scorretti che se riscontrati vanno puniti. Trovo giusto che si facciano i controlli per sanzionare chi sbaglia. Ma si tratta di fenomeni che non credo abbiano a che fare con la speculazione».

Ma se non sono i benzinai, è assurdo pensare che ci possa essere una speculazione a monte da parte dei big del petrolio?
«Se una speculazione c`è, questa è da cercare a monte sui mercati dei prodotti all`ingrosso. Fermo restando che, anche qui, al momento non vedo stranezze. Ed è difficile possa essere a valle: in Italia abbiamo oltre 20mila stazioni di servizio, se una si mettesse ad applicare prezzi eccessivi finirebbe fuori mercato. E vedo difficile che queste 20mila stazioni possano mettersi d`accordo per fare prezzi più alti».

Questa ulteriore stangata avrà effetti recessivi?
«Non credo. Proprio perché avviene in una fase di prezzi calanti. Era una cosa con cui, prima o poi, bisognava fare i conti ed è meglio sia stato adesso».

Vede minacce dall`embargo dei prodotti raffinati russi del prossimo 5 febbraio?
«La ritengo una grossa incognita. Potrebbe accadere, per esempio, che i russi vendano agli indiani e poi gli indiani in Europa. Questo però si tradurrebbe in un aumento sul gasolio. La preoccupazione più grande però è un`altra...».

Quale?
«È ancora il gas.

Qui ci sono tre cose da osservare: l`andamento del meteo, finora benevolo, ma anche la Cina, che fino a ieri ha consumato pochissimo e importato meno metano del solito. E, infine, noi europei dovremo essere veloci ad affrancarci dalle forniture russe, andando veloci su rinnovabili, nucleare francese e rigassificatori».

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