Inflazione: impennata delle bollette +31%, carrello della spesa +2%

L’Istat rivede al ribasso il dato: a febbraio 2025 l’inflazione in Italia si è attestata all’1,6% su base annua, in lieve aumento rispetto all’1,5% registrato a gennaio. Consumatori preoccupati

Inflazione: impennata delle bollette +31%, carrello della spesa +2%
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Secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat, a febbraio 2025 l’inflazione in Italia si è attestata all’1,6% su base annua, in lieve aumento rispetto all’1,5% registrato a gennaio. La crescita mensile dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, è stata pari a +0,2%. La stima preliminare indicava un aumento leggermente superiore, pari a +1,7% su base annua.

Energia e alimentari spingono l’inflazione

L’accelerazione dell’inflazione è stata principalmente determinata dall’aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che hanno registrato un’impennata del +31,4% rispetto al +27,5% di gennaio. Anche il calo dei prezzi dei beni energetici non regolamentati si è attenuato, passando da -3,0% a -1,9%.

Per quanto riguarda il settore alimentare, i prezzi dei beni non lavorati sono aumentati del +2,9% su base annua (dal +2,2% di gennaio), mentre quelli dei prodotti lavorati sono saliti dal +1,7% al +1,9%. Il cosiddetto “carrello della spesa”, che include i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, ha visto un incremento tendenziale del +2,0%, in accelerazione rispetto al +1,7% del mese precedente.

Rallentano i servizi, inflazione di fondo in calo

Al contrario, si è registrato un rallentamento nella crescita dei prezzi di alcuni servizi. I servizi relativi ai trasporti sono passati dal +2,5% al +1,9%, quelli delle comunicazioni dal +1,1% al +0,5%, mentre i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona sono scesi dal +3,3% al +3,1%.

L’“inflazione di fondo”, che esclude le componenti più volatili come energia e alimentari freschi, si è leggermente ridotta, passando dal +1,8% di gennaio al +1,7%. Anche l’inflazione al netto dei soli beni energetici ha registrato la stessa variazione.

L’inflazione acquisita per il 2025 è attualmente pari a +1,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

Le reazioni dei consumatori

Le associazioni dei consumatori hanno espresso preoccupazione per l’impatto dell’inflazione sulle famiglie italiane.

Secondo il Codacons, “l’inflazione rialza la testa in Italia con i prezzi al dettaglio che a febbraio salgono all’1,6%: una accelerazione che, in termini di spesa e considerata la totalità dei consumi di una famiglia, equivale a un aggravio pari in media a +526 euro annui per la famiglia tipo, +716 euro per un nucleo con due figli”. L’associazione sottolinea il forte incremento dei prezzi dell’energia e dei beni di prima necessità come cibi e bevande analcoliche (+2,4% su base annua). “I numeri dell’Istat certificano come l’emergenza energia abbia effetti a cascata sull’economia nazionale e sulle tasche delle famiglie”, afferma il presidente Carlo Rienzi, criticando le misure governative sul caro-bollette.

L’Unione Nazionale Consumatori, per voce del presidente Massimiliano Dona, ha definito i dati “allarmanti”. “Prosegue la corsa dei prezzi, anche se meno rispetto alla stima preliminare. Un’impennata che, su base tendenziale, prosegue ininterrottamente da settembre 2024, passando da 0,7% a 1,6%, più del doppio in appena cinque mesi”, ha dichiarato Dona. Particolarmente preoccupante, secondo l’associazione, è il rincaro dei prodotti alimentari (+2,4%) e del carrello della spesa (+2,0%). “Se l’inflazione pari a +1,6% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita pari a 578 euro su base annua, ben 219 euro se ne vanno solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche”, conclude Dona.

Anche Assoutenti ha espresso forte preoccupazione per il rialzo dei prezzi dei beni alimentari. “Massima attenzione ai prezzi dei prodotti alimentari che a febbraio tornano a salire registrando un incremento del +2,4% su base annua, mentre il carrello della spesa sale dal +1,7% al +2%”, ha dichiarato il presidente Gabriele Melluso. “L’attuale incremento dei listini alimentari porta la spesa annua degli italiani per cibi e bevande a salire complessivamente di oltre 3,9 miliardi di euro rispetto allo scorso anno.

Il caro-bollette pesa come un macigno sui costi di produzione, con un effetto tsunami sull’inflazione in Italia, mentre gli stipendi dei cittadini rimangono al palo con conseguenze sul potere d’acquisto delle famiglie”, ha aggiunto Melluso.

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