Ita, dal governo un nuovo cda: ok all'aumento da 400 milioni

L'assemblea cambia lo statuto: decade il vecchio consiglio. Altavilla tratta su manleva, buonauscita e azione legale

Ita, dal governo un nuovo cda: ok all'aumento da 400 milioni

L'assemblea di Ita si è svolta ieri solo nella parte straordinaria, quella ordinaria è rinviata a martedì 15. L'azionista Mef si è preso quindi ancora una settimana per decidere la riformulazione del cda, che in base a una delibera di ieri potrà essere composto da 3 a 9 membri (finora da 7 a 11). Il prossimo consiglio avrà in mano il destino della compagnia: dovrà occuparsi della scelta dell'acquirente, affrontando una procedura che in questi mesi è stata molto complicata. Un board ridotto dovrebbe garantire maggiore snellezza di decisioni. Approvato ieri anche un aumento di capitale da 400 milioni, già programmato.

In tema di consiglio, l'assemblea ha introdotto anche la decadenza automatica dell'intero collegio nel caso di dimissioni della metà più uno dei membri. Questo significa che il 15 decadrà anche l'ad Fabio Lazzerini, unico rimasto non dimissionario dopo le ultime uscite di Frances Ouseley e del presidente Alfredo Altavilla. Quest'ultimo nella lettera inviata all'azionista Mef ha chiesto manleva e rinuncia ad azioni di responsabilità dirette o indirette da parte del socio e tale garanzia sarà evidentemente oggetto di trattativa, come pure lo è la negoziazione dei termini economici. L'ex presidente parla esplicitamente di pregiudizi patiti, lasciando intendere di avere elementi per azioni legali.

L'uscita di Altavilla - già nelle scorse settimane privato delle deleghe operative - sancisce che nel braccio di ferro al vertice di Ita ha prevalso l'ad Fabio Lazzerini che di Ita è anche dipendente, in quanto direttore generale. Non si conoscono i termini contrattuali in base ai quali Altavilla sarà liquidato. Si può comunque ricordare che sia il presidente sia l'ad avevano un corrispettivo annuo di 400mila euro, più un bonus di pari entità al momento della vendita. Lo scontro si è manifestato con molta evidenza nell'ultima fase della gara per la cessione: Lazzerini, favorevole all'offerta del fondo americano Certares, Altavilla alla cordata MSC- Lufthansa. Il presidente, in possesso della delega alle strategie, è stato in sostanza accusato di non aver fornito adeguata documentazione agli americani, affiancati come partner commerciali da Air France e Delta, con i quali era stata intrapresa una trattativa in esclusiva che non è stata prorogata.

Il nuovo cda, espressione del governo, dovrà scegliere il partner. Ci si attende un miglioramento delle due offerte: il perno è il peso che avrà il governo nel capitale, metà più un'azione per Certares, del 20% per Msc e Lufthansa. Su ciò, più che su questioni economiche, si gioca la partita e cioè fino a che punto veramente il governo intenda privatizzare la compagnia, partecipando o meno alle future decisioni.

Oggi si riunirà anche il collegio sindacale della società chiamato a verificare la legittimità di comportamenti adottati dall'azienda nei confronti di alcuni manager. Questi sarebbero stati oggetto di controlli per accertare la loro fedeltà, con particolare riferimento proprio alla scelta del partner.

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