L’Europa aumenterà di 480 miliardi gli investimenti in energia, industria e trasporti

La bozza del Clean Industrial Deal prevede un focus su aiuti di Stato, difesa commerciale e decarbonizzazione per aumentare la competitività del Continente

L’Europa aumenterà di 480 miliardi gli investimenti in energia, industria e trasporti
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La Commissione europea sta per presentare il Clean Industrial Deal, un pacchetto di misure volto a rafforzare l'industria europea e a favorire la transizione energetica. Secondo la bozza del provvedimento in arrivo il 26 febbraio, "l'Ue deve aumentare i suoi investimenti annuali in energia, industria e trasporti di circa 480 miliardi di euro rispetto al decennio precedente". La Commissione sottolinea che "mobilitare e fare leva sul capitale privato è fondamentale", evidenziando che, "basandosi sul 38% del bilancio Ue" destinato al Green Deal, anche il prossimo bilancio 2028-2034 "sarà un fattore chiave". Bruxelles agirà "per rafforzare i finanziamenti a livello Ue, fare leva sugli investimenti privati e migliorare gli aiuti di Stato e altri regimi di sostegno nazionali".

La Commissione europea prevede di semplificare le norme sugli aiuti di Stato entro luglio 2025 per accelerare la transizione verso le energie pulite e garantire una capacità manifatturiera adeguata per le tecnologie verdi in Europa. Il nuovo quadro permetterà l'erogazione di aiuti di Stato "mirati e proporzionati", capaci di attrarre investimenti privati, offrendo agli Stati membri "una prospettiva di pianificazione più estesa, pari a 5 anni".

Sul piano della difesa commerciale, la Commissione "affinerà gli strumenti di difesa commerciale esistenti" e "rifletterà insieme agli Stati membri e alle parti interessate" sulla possibilità di "ulteriori strumenti" per tutelare l'industria europea. Bruxelles ribadisce l'impegno a "continuare a usare in modo rapido ed efficiente strumenti di difesa commerciale come i dazi anti-dumping o anti-sussidi quando necessario".

Per quanto riguarda il settore energetico, la Commissione ricorda che gli Stati membri possono ridurre imposte e prelievi nazionali sulla bolletta elettrica, allineandosi alle aliquote minime di accisa previste dalla direttiva sulla tassazione dell'energia. "Dobbiamo finalmente realizzare un'autentica Unione dell'energia attraverso tre fattori principali. In primo luogo, abbiamo bisogno di un mercato dell'energia pienamente integrato, supportato da una rete interconnessa e da un regime normativo e di governance coeso. In secondo luogo, abbiamo bisogno di un sistema energetico decarbonizzato, guidato da un sostanziale aumento dell'energia pulita e dell'elettrificazione, e gestito con l'efficienza energetica al centro. In terzo luogo, poiché il gas naturale continua a rappresentare una parte del consumo energetico europeo, abbiamo bisogno di un mercato del gas più trasparente e competitivo e ben funzionante. Dobbiamo assicurarci che il gas sia scambiato a condizioni eque e fare leva sulla nostra forza collettiva", si legge nella bozza del Piano di Azione.

Un'altra misura chiave sarà l'Industrial Decarbonisation Accelerator Act, previsto per il quarto trimestre dell'anno, che includerà azioni per accelerare i permessi per la decarbonizzazione, introdurre un'etichetta per i prodotti low-carbon e incentivare la preferenza Ue negli appalti pubblici. "Nel 2026 la Commissione dovrebbe rivedere il quadro sugli appalti pubblici, per rendere il criterio di preferenza europeo una caratteristica strutturale degli appalti pubblici Ue in settori strategici".

Infine, la Commissione europea prevede di presentare nella seconda metà del 2025 un rapporto di revisione sul Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam). "Valuterà l'estensione del Cbam ad altri settori del sistema di scambio di quote di emissione (Ets) dell'Ue e ai prodotti a valle, nonché alle emissioni indirette". Il rapporto proporrà strategie per prevenire le elusioni e per supportare gli esportatori europei.

"Il Cbam garantisce che gli sforzi dell'industria dell'Ue per la riduzione delle emissioni non siano compromessi dalle importazioni di beni ad alta intensità di carbonio prodotti al di fuori dell'Ue, e incentiva la decarbonizzazione e la tariffazione del carbonio a livello globale".

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