L’inflazione sale ancora: a marzo è al 2%

Secondo i dati preliminari Istat, il carrello della spesa accelera al 2,1%. I consumatori: “Aumenti da 900 euro all’anno per famiglia, occorre potenziare le misure contro il caro-bollette”. Federdistribuzione: “I supermarket tengono i prezzi bassi, ma ora bisogna rilanciare i consumi”

L’inflazione sale ancora: a marzo è al 2%
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L'inflazione torna a salire in Italia, secondo le stime preliminari dell'Istat. A marzo 2025, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un incremento dello 0,4% su base mensile e del 2% su base annua, in accelerazione rispetto al +1,6% di febbraio.

L'Istat sottolinea che la dinamica dell'indice generale riflette principalmente la risalita del tasso di variazione tendenziale dei prezzi degli energetici non regolamentati, che tornano in territorio positivo (da -1,9% a +1,3%), insieme all'aumento dei prezzi dei tabacchi (da +4,1% a +4,6%) e degli Alimentari non lavorati (da +2,9% a +3,3%). Un contributo all'inflazione arriva anche dai servizi relativi alle comunicazioni (+0,8% da +0,5%), dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+3,3% da +3,1%) e dai beni durevoli, la cui flessione si attenua (-1,2% da -1,5%). In controtendenza, si osserva una decelerazione dei prezzi degli energetici regolamentati (+27,3% da +31,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (+1,6% da +1,9%).

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile al +1,7%, mentre quella al netto dei soli beni energetici segna un lieve aumento (+1,8% da +1,7%). La crescita tendenziale dei prezzi dei beni accelera significativamente (+1,7% da +1,1%), mentre quella dei servizi si mantiene stabile al +2,4%, con un conseguente ridimensionamento del differenziale inflazionistico tra beni e servizi, che passa da +1,3 a +0,7 punti percentuali.

Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), utilizzato per i confronti a livello europeo, registra una variazione del +1,6% su base mensile e del +2,1% su base annua, rispetto al +1,7% di febbraio. L'inflazione acquisita per il 2025 sale a +1,4% per l'indice generale e a +0,9% per la componente di fondo, afferma l'Istat.

A preoccupare particolarmente è l'aumento del cosiddetto "carrello della spesa". I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona salgono del 2,1% su base annua, mentre i prodotti ad alta frequenza d'acquisto si mantengono stabili al +1,9%.

"Dati preoccupanti e allarmanti! La primavera inizia nel peggiore dei modi, con i prezzi che non solo non interrompono la loro corsa, ma decollano ulteriormente. Una escalation dovuta anche al caro bollette, contro le quali, purtroppo, il governo è intervenuto tardivamente, non impedendo gli effetti nefasti sull’inflazione", afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. "Impensierisce anche il rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari, che salgono su base annua da +2,4% di febbraio a +2,6% di marzo, più del doppio rispetto al +1,2% di settembre ", prosegue Dona. "Se l’inflazione pari a +2% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivo pari a 713 euro su base annua, è ancor più grave che ben 238 euro in più se ne vadano solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche e addirittura 258 per il carrello della spesa, ossia per le spese obbligate. Una vera e propria stangata", conclude Dona.

"In termini di spesa e considerando la totalità dei consumi di una famiglia, equivale a un aggravio pari in media a +657 euro annui per la famiglia tipo, +895 euro per un nucleo con due figli", dichiara il Codacons. "I numeri Istat certificano come l'emergenza energia abbia effetti a cascata sull'economia nazionale e sulle tasche delle famiglie. Per questo consideriamo inadeguate le recenti misure introdotte dal governo col decreto bollette, che non intervengono per contrastare le cause strutturali che fanno salire le tariffe di luce e gas e non risolvono il problema del caro-energia sul lungo periodo", afferma il presidente Carlo Rienzi.

"Lo scenario è caratterizzato dal debole andamento dei consumi, le cui prospettive preoccupano le imprese del retail moderno, che mantengono una forte attenzione a proseguire nelle azioni di sostegno del potere d'acquisto delle famiglie, garantendo un'offerta di qualità a prezzi competitivi.

In questi ultimi anni questo impegno ha permesso di contrastare concretamente e con grande senso di responsabilità l'impatto inflattivo sulle famiglie. Resta fondamentale sostenere nei prossimi mesi il rilancio dei consumi, da cui dipende la crescita del Paese e la capacità di investimento delle imprese", afferma Federdistribuzione.

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