Leo: "Vogliamo un'Irpef con due aliquote per difendere il ceto medio e la crescita"

Manovra al rush finale in commissione. Ancora da sciogliere il nodo Superbonus

Leo: "Vogliamo un'Irpef con due aliquote per difendere il ceto medio e la crescita"
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Sull'Irpef «non è pensabile che resti un meccanismo a tre aliquote, perché il contribuente che guadagna 50mila euro non è ricco, paga il 43% e se ci mettiamo le addizionali supera il 50%, quindi ha senso creare un meccanismo di tassazione a due aliquote, un 23% sino a un certo tetto, 28mila euro, poi da 28mila passare al 35% ma non andare oltre perché altrimenti le classi medie vengono penalizzate». È quanto ha affermato il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, intervenuto ieri ad Atreju, ribadendo uno dei capisaldi della maggioranza. «Il sistema ideale a cui pensiamo è a due aliquote, poi vedremo se si arriverà, se si potrà arrivare alla flat tax, ma un sistema razionale a due aliquote è quello che stimolerà crescita e occupazione. Questa è la nostra filosofia», ha aggiunto.

Le dichiarazioni sono giunte alla vigilia di una settimana nella quale il Consiglio dei ministri sarà chiamato ad approvare quattro decreti legislativi attuativi della riforma fiscale, primo tra tutti quello che elimina l'aliquota Irpef del 25% per redditi fino a 28mila euro accorpandola a quella del 23 per cento. Oltre a questo ci saranno anche lo Statuto del contribuente e il decreto Adempimenti che riscriverà il calendario delle dichiarazioni.

Intanto, proseguono i lavori in commissione Bilancio al Senato sulla manovra. Tra stanotte e domattina sarà chiuso l'esame del provvedimento in modo da votare il mandato ai relatori e giungere in Aula mercoledì 20 con via libera atteso il 22. Poi toccherà alla Camera. Sul programma, già impegnativo sulla carta, continua a pesare l'incognita Superbonus. Forza Italia ritiene che un intervento sia possibile visto che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, non aveva chiuso del tutto il discorso. «Vediamo se questa norma tecnica può entrare già in manovra», ha sottolineato Dario Damiani (Fi), relatore del ddl Bilancio. La norma tecnica «interessa i condomini soltanto», i quali potranno «segnalare a che stato di avanzamento lavori (o Sal) sono arrivati rispetto al 60% registrato dall'Agenzia delle Entrate», ha spiegato Damiani. Si aprirebbe, di fatto, una finestra Sal straordinaria che consentirebbe di scontare al 110% tutti i lavori effettuati e fatturati nel 2023. «Sui bonus edilizi non è stata ancora trovata la soluzione ma Forza Italia insiste affinché il governo la individui prima della fine dell'anno», ha detto il presidente dei deputati di Fi, Paolo Barelli. La soluzione potrebbe in effetti arrivare anche nel Milleproroghe di fine dicembre. Anche l'opposizione è favorevole all'escamotage.

L'altro tema di maggiore rilevanza è il fondo per le modifiche parlamentari, che potrebbe salire sopra i 100 milioni, attualmente divisi in 60 alla maggioranza e 40 all'opposizione. Pd, M5s, Iv e Azione aspettano la versione definitiva del fondo prima di presentare l'emendamento unitario sulla violenza contro le donne, il tema su cui hanno deciso di convogliare tutti i 40 milioni della loro quota.

Il testo, al più tardi, sarà depositato lunedì e farà una sintesi delle diverse richieste dei partiti: ci saranno l'aumento da 4 a 10 milioni del fondo per il reddito di libertà, altri 10 milioni per il potenziamento dei centri antiviolenza e 20 milioni per gli immobili da adibire alle case rifugio.

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