L'inflazione galoppa. Tra i colpevoli c'è l'Olanda, ha "gonfiato" i dati

La Cbs ha ammeso di aver erroneamente calcolato i prezzi del paniere dei consumi a rialzo, uno dei motivi che ha spinto la Bce ad alzare i tassi. Ecco cosa ci dobbiamo apettare a giugno

L'inflazione galoppa. Tra i colpevoli c'è l'Olanda, ha "gonfiato" i dati

Scusate abbiamo sbagliato. L’inflazione non era così alta. Non avremmo dovuto alzare così tanto i tassi. Non avremmo dovuto strozzare la liquidità per i cittadini, alzando il costo dei prestiti, dei mutui, dei finanziamenti, in generale del denaro. Magari non lo dirà mai nessuno. Ma è esattamente quello che potrebbe essere già accaduto in questi mesi. E infatti l’espressione: “Scusate, abbiamo sbagliato” qualcuno in effetti lo ha detto. Anzi. Lo ha proprio scritto. Quel qualcuno si chiama Centraal Bureau Voor de Statistiek, sigla Cbs, l’equivalente dell’Istat ma in salsa olandese. In pratica ha riferito che i dati relativi all’andamento dei prezzi sono stati, e sono tuttora, erroneamente gonfiati.

Verrebbe fin troppo facile la battuta: “Ma tu una cosa devi fare!”. In realtà, com’è ovvio che sia, l’istituto statistico non si occupa certo solo e soltanto di inflazione. Però è anche vero che ci troviamo nel periodo in cui l’indice dei prezzi al consumo rappresenta il tema centrale dell’economia mondiale. E quindi, come recitava anche un vecchio spot: “Sbagliatemi tutto, ma non l’inflazione!”.

Calcoli erroneamente sovrastimati

E invece no. L’istituto nazionale di statistica olandese ha sbagliato i calcoli sovrastimandoli per mesi, lo ha fatto anche lo scorso settembre quando è stato raggiunto un picco pari a +14,5% su base annuale, ancora oggi il massimo tra i principali paesi europei. Quel dato, sovrastimato, corrisponderebbe a un più realistico 7%. In pratica l’Ubs ha “cannato” la rilevazione del 50%. Mica palline zigulì. L’Olanda, peraltro, è al quinto posto per importanza economica in Ue, dietro Germania, Francia, Italia e Spagna. Ed è quinta anche per Pil procapite più alto dell’Eurozona, dopo Lussemburgo, Irlanda, Danimarca e Svezia.

Quel +14,5% di settembre, precedentemente ad agosto +12% e poi anche +10,3% a luglio, ma anche +14,3% a ottobre e +9,9% a settembre, rappresenta uno dei motivi principali per cui la Bce ha deciso di alzare i tassi. E l’istituto lo ha fatto sul serio, nella maniera più veloce e repentina di sempre. Oggi si parla di portare il tasso reale oltre il 4%, il più alto da quando esiste l’euro. Solo che adesso c’è un problema. Perché quel 14,5%, come detto, potrebbe essere in realtà ridimensionato a un più “ragionevole” 7%. A cosa è dovuto questo errore grossolano?

I nuovi calcoli pronti a giugno ma i tassi continuano a crescere

Il problema è da trovare nella determinazione dei costi legati all’energia. L’agenzia, finora, ha utilizzato come base di calcolo solo e soltanto i nuovi contratti di gas ed energia. Escludendo quelli in essere, caratterizzati da un prezzo inferiore. Un errore che stupisce: innanzitutto perché spiegato così sembra grossolano a dir poco. Ma anche perché se ne sono accorti piuttosto tardi (da settembre sono passati 6 mesi).

Ma non è finita. L’entrata in vigore del nuovo sistema, quello corretto ed epurato dagli errori, non avverrà subito. Il primo dato calcolato correttamente sarà quello di giugno 2023. Nessuna fretta, ci mancherebbe, anzi: lasciamo pure che la Bce alzi i tassi come mai ha fatto da quando esiste la moneta unica, tanto i soldi sono solo i nostri.

Il presidente della banca d’Olanda a favore dei forti rialzi

Una situazione quasi grottesca. Perché il presidente della banca d’Olanda, Klaas Knot, è anche uno dei falchi più accaniti dell’istituto centrale. Preme, come forse nessun altro assieme ai colleghi tedeschi, per rialzi forti e decisi dei tassi. Storicamente è uno dei membri del consiglio direttivo dell’Eurotower più difficili da convincere e che in passato si è sempre schierato a favore del rigore, contro i paesi con più debito, a cui i rialzi dei tassi fanno più male (ovviamente tra questi c’è l’Italia).

Tutto normale, potrebbe dire qualcuno. In fondo guardando quel +14,5% che nessun altro paese europeo ha mai raggiunto, ci sarebbe da preoccuparsi. Il fatto è che oggi sappiamo che questi dati sono sbagliati, Knot si ritrova a fare la figura del fesso. E le sue parole, come peso specifico all’interno deila Bce, potrebbero in futuro perdere d’importanza.

L’inflazione in Europa è sovrastimata

E adesso? In tanti danno comunque la decisione della Bce già presa e impossibile da cambiare per il prossimo meeting: anche a metà marzo i tassi saliranno di 50 punti base, perché l’inflazione è ancora troppo alta. In Eurozona il tasso di crescita è pari a +8,5% e invece dovrebbe stazionare attorno al 2%. Già, se non fosse che quel +8,5% è il risultato della media dei principali paesi europei, tra cui anche l’Olanda, che a questo punto andrebbe rivalutata (come minimo) negli ultimi sei mesi con un 50% di inflazione in meno.

Un’inflazione dunque sovrastimata. E tassi di conseguenza cresciuti più di quanto effettivamente servisse. Uno scenario a metà tra il surreale e l’apocalittico. Le scelte della Bce sono dettate dai dati ufficiali. Parte di questi dati però sono stati calcolati male proprio da chi è sempre stato in prima fila sui rialzi come l’Olanda e la sua Banca centrale. E quindi ora che succede? Perché al momento non solo il rialzo dei tassi di 50 punti base a marzo sembra scontato. Ma potrebbe esserlo anche a per i meeting in programma a maggio e luglio.

Sbagliare è umano, il problema è di chi fidarsi

A fronte di quanto accaduto, viene da domandarsi se ha ancora senso muoversi ancora in questa direzione. Tutti possono sbagliare, per carità. Viene però da sorridere (amaramente), perché da una parte l’Occidente non si fida dei dati ufficiali sulla crescita provenienti dalla Cina, da anni “sospettata” (soprattutto da parte degli Usa) di camuffare i propri dati macroeconomici. Dall’altra il Nord Europa viene visto come la parte più efficiente del vecchio continente. Almeno fino a oggi. Ed è grave.

Perché i soldi per aprire un mutuo o un finanziamento, sono i nostri. Certo, potremo sempre dare la colpa all’Olanda. Ma questo non ci aiuterà a pagare gli interessi nel momento in cui schizzeranno ancora di più verso l’alto.

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