Meno tasse sui redditi deboli. Eliminata un'aliquota Irpef

Per chi guadagna intorno ai 30mila euro un risparmio fino a 1.298 euro annui. Ma oltre i 50mila gli effetti si attenuano

Meno tasse sui redditi deboli. Eliminata un'aliquota Irpef
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Un beneficio di circa 100 euro al mese per 14 milioni di lavoratori. Così la premier Giorgia Meloni ha spiegato la portata dei due interventi principali della manovra, ossia la conferma per tutto il 2024 del taglio del cuneo fiscale e il primo modulo della riforma dell'Irpef. In particolare, anche l'anno prossimo i lavoratori dipendenti con redditi lordi fino a 25mila euro annui beneficeranno del taglio di 7 punti percentuali degli oneri previdenziali. Per chi dichiara fino a 35mila euro annui lo sconto è di 6 punti percentuali.

La misura costa circa 10 miliardi poiché la contribuzione figurativa è a carico dello Stato. Poiché il maggior reddito disponibile in virtù dei minori versamenti avrebbe potuto essere fagocitato dall'aliquota Irpef del 25% che si applica ai redditi da 15mila a 28 euro, dall'anno prossimo questa scomparirà e sarà accorpata in quella del 23 per cento. Il costo è di 4,3 miliardi. In questo modo, secondo le stime del Tesoro, per i lavoratori dipendenti ci sarà un beneficio fino a 1.298 euro annui (per 27.500 euro lordi annui). Ne consegue che le aliquote Irpef passeranno da 4 a 3, restando in vigore quelle del 35% da 28mila a 50mila euro e del 43% sopra i 50mila. Il vantaggio sarà concentrato sui redditi medio-bassi, dunque per quelli più elevati il governo ha deciso di «sterilizzarlo», ha sottolineato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. A coloro che dichiarano più di 50mila euro, infatti, sarà applicata una franchigia sulle detrazioni fiscali da 260 euro che non toccherà, però, le spese sanitarie. La decurtazione si applicherà a tutti gli sconti fiscali del 19%, alle erogazioni liberali a favore delle Onlus, dei partiti e del Terzo settore oltre alle detrazioni sui premi per l'assicurazione sulle calamità.

Nel collegato fiscale è previsto l'ampliamento della no tax area: la soglia prevista per i redditi da lavoro dipendente viene innalzata fino a 8.500 euro come già in essere per le pensioni. Confermata la detassazione dei premi di produttività al 5% e dei fringe benefit fino a 2mila euro per i lavoratori con figli a carico e fino a mille euro per tutti gli altri. I benefici anche i pagamenti di affitto e mutuo prima casa. Maxi deduzione al 120% per le assunzioni a tempo indeterminato, che sale al 130% se si arruolano mamme o donne disoccupate, giovani ed ex beneficiari del reddito di cittadinanza. Queste due misure non costano perché «coperte» con l'abolizione degli sgravi per la patrimonializzazione delle imprese (Ace). Gli 1,3 miliardi di costo sono, infatti, più che compensati dai 4,8 miliardi di mancata erogazione dell'incentivo per aumenti di capitale e conferimenti di risorse. Rinviate a luglio plastic e sugar tax, mentre troverà una prima applicazione la global minimum tax sulle multinazionali con almeno 750 milioni di fatturato.

Sarà poi previsto un credito di imposta (1,8 miliardi) per l'acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive nel Sud ai quali si aggiungono le risorse per la nuova Sabatini e i contratti di sviluppo (300 milioni). Infine, tasse dimezzate per le imprese che riportano le produzioni in Italia e per i lavoratori che rimpatriano.

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