"È suonata la sveglia sul debito". Giorgetti difende la manovra cauta

Quota 103 solo per 17mila. Medici verso lo sciopero per le pensioni

"È suonata la sveglia sul debito". Giorgetti difende la manovra cauta
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«È suonata la sveglia per il debito: significa più spesa per interessi e più spesa per interessi significa risorse sottratte al sostegno alle famiglie e alle imprese». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ieri alla Giornata del risparmio non ha nascosto le difficoltà nel chiudere la legge di Bilancio. «L'equazione è semplice ma non sempre sufficientemente chiara agli attori politici e sociali», ha detto riferendosi tanto alle intemerate delle opposizioni quanto ad alcuni malumori della maggioranza. L'obiettivo dichiarato è rassicurare i mercati nelle more di un'intesa sulla riforma del Patto di Stabilità. Per questo motivo «il governo ha inteso adottare un approccio ispirato alla necessaria cautela e prudenza».

Il sistema economico italiano, nonostante le difficoltà, «è riuscito a reggere» e «se riusciremo ad evitare il rischio, non del tutto improbabile, di una nuova recessione globale, assicurando accettabili tassi di crescita, potremo realisticamente ridurre progressivamente il peso del debito pubblico e creare nuove opportunità di occupazione», ha chiosato Giorgetti. Non è un caso che la relazione tecnica della manovra giunta in Senato sia tesa a evidenziare gli sforzi di copertura delle misure senza inasprire troppo il carico fiscale. Oltre 17 milioni di maggior gettito nel 2025 saranno assicurati dall'aumento della cedolare secca dal 21% al 26% per gli affitti brevi di più di un appartamento.

Dall'altra parte, la proroga dell'imposta sostitutiva al 5% sui premi di risultato, dovrebbe costare, in termini di minori entrate Irpef, 222,7 milioni di euro nel 2024. I pannolini sono stati inseriti tra i beni con Iva al 10% così come gli assorbenti femminile dal cui aggravio d'imposta si attendono 41,7 milioni di euro. Il Mef però monitorerà l'impatto sociale. La presidenza del Senato ha poi dato l'ok al parere della commissione Bilancio che ha chiesto lo stralcio della misura sulle donazioni. Diventerà un ddl l'articolo che consentiva di cedere gli immobili donati risarcendo eventualmente gli eredi legittimi. Il tema dirimente restano le pensioni. A fronte di una quota 103 con paletti che nel 2024 aprirà l'accesso alla pensione anticipata ad appena 17mila lavoratori (meno di 15mila sono stimati uscire con Ape social e Opzione Donna), la stretta sulle aliquote di rendimento della quota retributiva degli statali interesserà 31.500 pensioni pubbliche, destinate a più che quadruplicare nel 2026.

Maggiormente penalizzati saranno coloro che avevano pochi anni di anzianità al primo gennaio 1996 quando si è passati al sistema contributivo. Il minor esborso dello Stato sarà di 11,5 milioni al netto del fisco nel 2024 e poi salirà a oltre 2,27 miliardi, al netto del fisco, nel 2043. I medici del Ssn hanno annunciato lo sciopero perché la norma comporterà una riduzione delle pensioni fino a 26mila euro l'anno. Il rischio è che entro fine anno i pensionabili se ne vadano.

Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (in foto) è comunque soddisfatto della tempistica. «La legge di Bilancio, approvata in Consiglio il 16 ottobre, è stata presentata il 30 ottobre in Senato, siamo in anticipo, rispetto ai governi che ci hanno preceduto», ha dichiarato.

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