"Un attacco come il 7 ottobre". Le trame di Hezbollah per attaccare Israele

Cresce la tensione al confine con il Libano da dove i miliziani di Hezbollah si starebbero preparando a colpire Tel Aviv. La risposta militare israeliana causerebbe pesanti conseguenze economiche per Beirut

"Un attacco come il 7 ottobre". Le trame di Hezbollah per attaccare Israele
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Il confine a nord di Israele sorvegliato speciale. Mentre Tel Aviv è ancora impegnata con le operazioni militari nella Striscia di Gaza per stanare quel che resta della leadership di Hamas, un nuovo incubo per lo Stato ebraico si profila infatti all’orizzonte. Quello di un imminente attacco da parte di Hezbollah che per risorse e ferocia potrebbe superare quanto realizzato dai terroristi il 7 ottobre del 2023.

L’allarme rimbalza dal sito del Sun che riporta l’agghiacciante previsione degli esperti secondo i quali l’attività dei miliziani registrata nel Libano meridionale sarebbe compatibile con i preparativi finali di una massiccia e letale incursione in Israele. Per gli analisti le azioni terroristiche verrebbero eseguite dai militanti Radwan, il corpo d'élite del partito armato sciita intervenuto anche in Siria durante la guerra civile a sostegno del presidente Bashar Assad. L’assalto, che potrebbe andare avanti per mesi, si aprirebbe con il lancio di missili per neutralizzare le difese nemiche e proseguirebbe con l’irruzione in territorio israeliano anche a bordo di motociclette e la presa di ostaggi. Un copione che richiamerebbe il modus operandi dei terroristi del 7 ottobre superandone però di gran lunga la portata.

Ancor più di quanto visto nella Striscia, i fedayn libanesi possono contare su una vasta rete di tunnel costruita negli ultimi decenni per accedere di soppiatto in Israele e già adoperata per portare a termine numerosi blitz contro villaggi e basi militari. “Il pericolo non è mai stato così grande", afferma Sarit Zehavi, ex analista dell’Israel Defense Forces (Idf), aggiungendo che i membri dell’organizzazione filorianiana “hanno costruito chilometri di gallerie per connettere le loro forze e per compiere incursioni in Israele. Hanno scavato in solide rocce” realizzando tunnel più imponenti di quelli di Hamas.

Pochi giorni fa sono stati gli stessi miliziani di Hezbollah a mostrare in un video la vasta rete di gallerie che permette il passaggio di camion e motociclette. È in questa ragnatela sotterranea che vengono inoltre nascoste le rampe di lancio dei missili pronte all’uso contro Tel Aviv. A togliere il sonno al premier israeliano Benjamin Netanyahu e ai comandanti dell'Idf è proprio la potenza di fuoco dell’organizzazione definita lo Stato nello Stato libanese. 200mila tra razzi, missili e droni in mano al Partito di Dio che potrebbero mandare in tilt l’Iron Dome e la Fionda di Davide, i sistemi antimissilistici adoperati da Israele nella difesa delle sue città e di altri obiettivi strategici. Queste armi sono state accumulate con pazienza da Hezbollah che già da una decina di anni complotta per portare a segno un clamoroso attacco contro lo storico nemico e avrebbe persino ispirato le azioni di Hamas.

Se il peggiore degli scenari dovesse materializzarsi la risposta militare dello Stato ebraico contro il Libano non tarderebbe ad arrivare. Secondo un report diffuso da una televisione libanese, un conflitto generale contro Hezbollah presenterebbe un esorbitante costo per il Paese dei cedri che solo di recente ha mostrato segni di ripresa da una crisi finanziaria ed economica cominciata nel 2019 e acuita dalle conseguenze della pandemia e della catastrofica esplosione al porto di Beirut del 2020.

Tre miliardi di dollari al mese le perdite, dirette e indirette, stimate. Facile immaginare come in termini di vite umane il bilancio delle vittime da una parte e dall’altra del confine sarebbe ancora più insostenibile.

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