Joe Biden come Donald Trump. Alcuni documenti classificati risalenti al periodo in cui Biden era vicepresidente sono stati trovati dai suoi avvocati nel suo ex ufficcio presso il Penn Biden Center, un think tank di Washington, quando era professore onorario della University of Pennsylvania, tra il 2017 e il 2019. I documenti sono stati rinvenuti il 2 novembre scorso, prima delle elezioni di midterm, e includono, come sottolinea la Casa Bianca in una nota, un "piccolo numero di documenti con contrassegni classificati". Gli archivi nazionali sono stati informati e hanno preso possesso dei documenti il giorno successivo. Come spiega il New York Times, i funzionari non hanno descritto con precisione la mole di documenti coinvolti, che tipo di informazioni includono o il loro livello di classificazione.
Possibile inchiesta ai danni di Biden
"I documenti non sono stati oggetto di alcuna precedente richiesta o inchiesta da parte degli archivi", ha dichiarato in una nota il consigliere speciale della Casa Bianca Richard Sauber. "Gli avvocati personali del presidente hanno collaborato con gli archivi nazionali e il Dipartimento di Giustizia per garantire che tutti i documenti dell'amministrazione Obama-Biden siano adeguatamente in possesso degli archivi". Biden ha usato quell'ufficio dalla metà del 2017 fino all'inizio della campagna presidenziale del 2020: i suoi avvocati lo stavano sistemando per liberare lo spazio quando hanno trovato i documenti riservati. Qualcosa, però, non torna: la Casa Bianca afferma che il presidente sta collaborando con il Dipartimento di Giustizia, ma non spiega perché abbia aspettato più di due mesi per annunciare la scoperta dei documenti. Ora che succede? Dal punto di vista giudiziario, come riporta Fox News, il procuratore generale Merrick Garland ha incaricato il procuratore degli Stati Uniti per il distretto settentrionale dell'Illinois, John Lausch, di esaminare i documenti. Secondo le fonti anonime citate dal Nyt, inoltre, Lausch avrebbe condotto una prima indagine ai sensi di un regolamento del Dipartimento di Giustizia che consente a un procuratore generale di nominare un consulente speciale.
Il presidente non risponde alle domande
Sul piano politico, invece, la vicenda non può che creare profondo imbarazzo per la Casa Bianca. Biden, infatti, aveva duramente criticato l' ex presidente Trump dopo che il Federal Bureau of Investigation ad agosto aveva sequestrato documenti riservati dalla sua proprietà di Mar-a-Lago, in Florida. "Come è potuto succedere? Come è possibile che qualcuno sia così irresponsabile? E ho pensato quali dati fossero lì dentro che avrebbero potuto compromettere fonti e metodi?" ha detto il presidente a "60 Minutes" l'anno scorso. "È irresponsabile". Ad aggravare la situazione è l'atteggiamento dell'inquilino della Casa Bianca che ieri, interpellato dai giornalisti sulla vicenda, forse per evitare ulreriori strafalcioni, ha completamente evitato di rispondere alle domande, chiudendosi in un imbarazzante silenzio.
E se Biden non parla, la notizia scatena Donald Trump, che chiede sui social se il rivale sarò oggetto di una perquisizione a casa sua da parte dell'Fbi come quella che ha dovuto subire lui nei mesi scorsi. "Quando l'FBI farà irruzione nelle molte case di Joe Biden, forse anche alla Casa Bianca?" ha scritto Trump su Truth Social.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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