
I democratici provano ad uscire dall’angolo in cui sono stati relegati a seguito del ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. Come riporta il Washington Post, dopo oltre due mesi in cui sono apparsi impotenti e confusi di fronte alla miriade di prese di posizione e iniziative licenziate dal 47esimo presidente Usa, adesso gli esponenti del partito dell’asinello hanno messo in piedi una war room per espandere i loro spazi di informazione adottando “tattiche di opposizione creativa” e una “operazione di ricerca” per mettere i repubblicani sulla difensiva.
Per raggiungere gli obiettivi e smascherare la disinformazione spesso marchio di fabbrica dell’amministrazione Trump, il Comitato nazionale democratico (Dnc) intende affidarsi ad una rete di "mini influencer" che possono contare su una platea di fan non molto vasta ma comunque decisamente “devota”. Nel resoconto fornito dal quotidiano della capitale americana si legge che i funzionari del partito di Biden hanno inoltre in programma di tenere briefing quotidiani su Zoom con i componenti dell’”esercito di oratori” per aggiornarli su strategie e sui programmi del tycoon, del suo vice J.D. Vance e del responsabile del dipartimento per l’Efficienza governativa Elon Musk.
Il partito democratico vuole così offrire agli influencer la possibilità di contrastare sui social i messaggi della squadra repubblicana entrando in contatto con gli americani più refrattari alle notizie e alla politica. Il Dnc intende poi aumentare la presenza di esponenti democratici sui media conservatori, inclusi Fox News e podcast come quello di Joe Rogan, e continuare ad organizzare incontri con i cittadini, i cosiddetti town hall, nei distretti in cui i repubblicani al Congresso sono più vulnerabili.
La nuova linea d’azione, rivendicata dal presidente del Dnc Ken Martin, è motivata in parte dalla convinzione che il Gop abbia vinto nel 2024 grazie al dominio sui media conservatori, proseguito peraltro anche dopo l’insediamento di Trump. Martin sostiene che già nel 2020 i repubblicani sono stati più veloci dei democratici a veicolare il loro messaggio investendo soldi ed energie nel digitale. “Per tre anni e mezzo hanno passato il tempo a massacrare senza ostacoli Joe Biden” e i dem, afferma il presidente del Dnc aggiungendo che “ci hanno definito prima ancora che avessimo la possibilità di definire noi stessi”.
Le mosse approvate dai funzionari del partito dell’asinello non vanno solo lette in un’ottica anti-Trump in quanto rappresentano anche una risposta a chi vorrebbe che i democratici, ritenuti incapaci di lottare contro il Gop, si spostassero più a sinistra. Non è un caso che in queste settimane il senatore indipendente Bernie Sanders e la deputata dem Alexandria Ocasio-Cortez siano impegnati in un “Tour contro l’oligarchia” che ad ogni tappa in giro per il Paese attira folle sempre più vaste.
Inoltre, a scuotere il partito democratico e i suoi simpatizzanti ci ha pensato l’ex presidente Barack Obama che ad inizio aprile ha pronunciato un discorso all’Hamilton College di New York in cui ha attaccato l’attuale inquilino della Casa Bianca invitando i suoi concittadini a difendere i valori e gli ideali Usa. Molti sono gli americani che negli scorsi giorni hanno raccolto tale appello scendendo in piazza per protestare contro l’amministrazione Trump.
Il leader statunitense però continua a spiazzare e a dividere l'opposizione persino con la politica dei dazi: Gretchen Whitmer, la governatrice dem del Michigan nonchè possibile candidata alle presidenziali del 2028, ha infatti preso le distanze dai suoi compagni di partito dichiarando di "comprendere" le motivazioni delle misure commerciali stabilite da The Donald. Una sortita che nella war room del Dnc faranno fatica a digerire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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