
La chat che ha destato profondo imbarazzo alla Casa Bianca, quella in cui si parlava dei piani di attacco contro i ribelli Houthi nello Yemen, continua a tenere banco nel dibattito politico statunitense. Jeffrey Goldberg, direttore di Atlantic (il giornalista che era finito per errore nella chat segreta), ha pubblicato i piani di guerra messi postati dal segretario alla Difesa Pete Hegesth mezz'ora prima che i caccia Usa entrassero in azione la mattina del 15 marzo.
"Tempo adesso (ore 11.44): condizioni meteo favorevoli. Appena confermato da Centcom (il Comando centrale, l’unità militare per il Medio Oriente, ndr) siamo pronti per il lancio della missione". "12,15, decollo degli F-18. 13.45: inizio della finestra di attacco 'basata sul trigger' per gli F-18. L’obiettivo terroristico si trova nella sua posizione nota, quindi dovrebbe essere in orario - inoltre, decollo dei droni d’attacco (MQ-9s)". "14,10 altro lancio degli F-18, secondo pacchetto di attacco". "Buon viaggio ai nostri guerrieri". E il vicepresidente J. D. Vance aveva aggiunto: "Dirò una preghiera per la vittoria". Con Waltz, consigliere della Sicurezza nazionale, che concludeva così: "Grande lavoro". Il tutto condito da emoticon (faccine) di vario tipo.
Finito nella bufera per aver creato quel gruppo su Signal, Waltz ha cercato subito di minimizzare: "Nessuna posizione, nessuna fonte e metodo, nessun piano di guerra". È la risposta piccata a quanto denunciato dall'Atlantic. "I partner stranieri erano stato già avvisati che i raid erano imminenti - ha poi aggiunto sui social - la cosa principale è che il presidente Trump sta proteggendo l'America e i suoi interessi".
Goldberg non molla la presa: "Abbiamo scoperto qualcosa che il governo stava facendo che era sbagliata e pericolosa - dice in un'intervista a Msbnc -. Avrebbero potuto rispondere, 'è vero non dovevamo stare su Signal, non lo faremo più'. Sarebbe stato un modo facile di reagire". Il direttore polemizza con la replica della Casa Bianca che "gioca con la semantica" per affermare che il nuovo articolo confermerebbe che non sono stati pubblicati piani di guerra. Vance su X ha attaccato Goldberg: "Ha esagerato con ciò che aveva". Da parte sua il giornalista spiega di aver scelto di non pubblicare integralmente un'informazione perché "abbiamo ritenuto giusto farlo". E aggiunge: "Lo ha chiesto la Cia", domandandosi poi, con una punta di sarcasmo, perché lo abbia fatto dal momento che "l'amministrazione sostiene che non vi fosse nulla di classificato o segreto" nella chat.
Sulla vicenda interviene anche il neo premier canadese, Mark Carney: "Il chat-gate Usa significa che le nazioni alleate devono sempre più badare a se stesse". L’errore di intelligence è un "problema serio e bisogna imparare tutte le lezioni". Ha poi aggiunto che sarà fondamentale vedere "come le persone reagiscono a quegli errori e come li correggono". Il suo commento rivela il rischio che sia ormai compromessa la fiducia tra alleati anche sul fronte dell’intelligence, in questo caso tra due Paesi del Five Eyes (Usa, Canada, Gb, Australia e Nuova Zelanda). Per non parlare dell'Europa, nei cui confronti i membri dell'amministrazione Usa hanno usato parole a dir poco sprezzanti.
La reazione di Trump
In un retroscena Politico scrive che il presidente Trump si sarebbe molto arrabbiato quando ha scoperto che Waltz aveva incluso un giornalista in una chat del Pentagono in cui si discuteva dei piani per un attacco militare. Ma non solo per aver rivelato i segreti sulla sicurezza nazionale. Il presidente non avrebbe per nulla gradito che Waltz avesse salvato sul proprio telefono il numero del direttore di The Atlantic. "Il presidente era furioso che Waltz potesse essere così stupido", ha rivelato una fonte. Ieri però la Casa Bianca ha serrato i ranghi difendendo a spada tratta Waltz. La resa dei conti potrebbe arrivare più avanti.
L'ex dirigente della Difesa: "Informazioni top secret"
I messaggi di Hegseth sulla chat del Pentagono riguardanti le operazioni militari contro gli Houthi contenevano quasi certamente informazioni classificate, secondo un ex dirigente del Pentagono.
"Queste informazioni sono state chiaramente prese dall’ordine di battaglia in tempo reale di un’operazione in corso", ha detto Mick Mulroy, ex vice assistente del segretario alla Difesa sotto la prima amministrazione Trump. "Sono altamente classificate e protette".
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