"Piani di guerra via messaggio". È bufera alla Casa Bianca sulla chat con il giornalista

Il caso del giornalista Usa aggiunto per errore alla chat sui piani miitari contro gli Houthi rischia di portare a pesanti conseguenze per alcuni dei principali membri dell'amministrazione Trump

"Piani di guerra via messaggio". È bufera alla Casa Bianca sulla chat con il giornalista

Negli Stati Uniti continuano a montare le polemiche per la diffusione dei piani dettagliati degli attacchi sferrati nei giorni scorsi contro gli Houthi su una chat segreta su Signal nella quale, oltre a membri di spicco dell’amministrazione Trump, è stato aggiunto per errore Jeffrey Goldberg, caporedattore della rivista The Atlantic. Il caso, rivelato ieri sera dallo stesso Goldberg, rischia di travolgere la Casa Bianca determinando pesanti conseguenze per alcuni dei partecipanti a tale chat: in particolare, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth, il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz e il vicepresidente J.D. Vance.

Le ripercussioni dello scandalo

Dopo la pubblicazione dello scoop sul The Atlantic, Hegseth ha rilasciato una dichiarazione durante una sosta alle Hawaii - in vista di una sua missione in Asia - negando che siano stati inviati “piani di guerra via messaggio” e scagliandosi contro Goldberg definito dal capo del Pentagono "un cosiddetto giornalista ingannevole e altamente screditato che ha fatto della diffusione di bufale una professione". L'esistenza della chat è stata però confermata dal portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale Brian Hughes, il quale ha affermato che "sembra trattarsi di una conversazione autentica e stiamo verificando come un numero sia stato aggiunto inavvertitamente alla chat". Hughes ha aggiunto che "il contenuto della conversazione dimostra il profondo e attento coordinamento politico tra alti funzionari. Il continuo successo dell'operazione contro gli Houthi dimostra che non vi sono state minacce per le truppe o per la sicurezza nazionale".

Ad aver aggiunto maldestramente il giornalista nella chat di Signal sarebbe stato il consigliere per la Sicurezza nazionale Waltz. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato che il presidente ha “la massima fiducia nel suo team per la sicurezza nazionale, incluso Mike Waltz”. Lo stesso tycoon ha espresso sorpresa quando i giornalisti gli hanno posto una domanda diretta sul caso: “non ne so nulla. Non sono un grande fan del The Atlantic. Per me è una rivista che sta chiudendo. Penso che non sia una gran rivista”.

La Cnn riferisce che diversi funzionari dell’amministrazione Trump ritengono che la vicenda sia un “grave errore non forzato con pesanti implicazioni per la sicurezza nazionale" e il disprezzo personale che il 47esimo presidente nutre per Goldberg “aggiunge al danno la beffa”. “Non avreste potuto aggiungere una persona peggiore alla chat”, avrebbe detto una persona vicina a The Donald confermando di fatto le voci su possibili licenziamenti in arrivo.

Ad essere a rischio è la poltrona di Waltz, scrive Politico che riporta una fonte di alto livello dell’amministrazione Usa secondo la quale la metà dei funzionari che stanno discutendo delle sorti del consigliere per la Sicurezza nazionale dicono che “non sopravviverà o non dovrebbe sopravvivere”. Due alti consiglieri della Casa Bianca avrebbero inoltre suggerito che Waltz dovrebbe dimettersi per evitare che il presidente venga messo in una “brutta posizione”. Una delle fonti anonime sostiene che "è stato sconsiderato non controllare chi era nel thread. È stato sconsiderato avere quella conversazione su Signal" mentre c'è addirittura chi afferma che "tutti" al 1600 di Pennslyvania Avenue possono concordare sul fatto che il consigliere per la Sicurezza nazionale sia "un f...o idiota".

Un articolo pubblicato dal comitato editoriale del Wall Street Journal solleva ulteriori implicazioni politiche. Il quotidiano finanziario si concentra su una serie di scambi di battute su Signal tra i vari componenti del team per la sicurezza nazionale in cui si fa riferimento alla decisione di Trump di colpire i gli Houthi per ripristinare la libertà di navigazione nel Canale di Suez. Il giornale conservatore evidenzia che Waltz e Hegseth hanno difeso la linea del commander in chief, Vance no. Nello specifico il vicepresidente ha detto di non essere "sicuro che il presidente sia consapevole di quanto ciò sia incoerente con il suo messaggio sull'Europa in questo momento". E a tal proposito le gole profonde della Casa Bianca hanno fatto sapere, ancora una volta ai reporter di Politico, che The Donald potrebbe dunque avere di fatto un motivo valido per prendersela non solo con Waltz ma anche con Hegseth e Vance.

Intanto prova a fare da pompiere lo speaker della Camera Mike Johnson che ha minimizzato la fuga di informazioni classificate sostenendo che Waltz e Hegseth non meritino provvedimenti disciplinari. A domanda diretta, Johnson ha risposto che "l'amministrazione, per quanto mi risulta, stava affrontando la questione proprio mentre ero nello Studio Ovale con il presidente" precisando che "a quanto pare, un numero di telefono è stato inserito per errore in quella conversazione. Si occuperanno di rintracciarlo e faranno in modo che non accada di nuovo".

Il tentativo di sminuire il grave incidente si scontra però con la considerazione, espressa dagli esperti, che fughe di informazioni top secret, peraltro attraverso canali impropri, solitamente comportano indagini e la perdita di accessi di sicurezza. David French, un editorialista del New York Times (nonché veterano della guerra in Iraq), se la prende con il segretario alla Difesa dichiarando di non sapere come Hegseth possa "guardare negli occhi i militari" avendo "appena fatto saltare la sua credibilità come capo militare". "La legge federale", ricorda French, "considera un reato quando una persona per grave negligenza rimuove informazioni 'relative alla difesa nazionale' dal 'suo luogo di custodia o le consegna a chiunque violando la sua fiducia, o le fa perdere, rubare, sottrarre o distruggere'". Per l'editorialista, Hegseth è stato negligente e "quando si è negligenti nell'esercito la gente può morire. Se avesse un minimo di onore, si dimetterebbe".

La reazione di Trump

Poco fa il leader Usa ha commentato la questione in un'intervista telefonica ad Nbc News sostenendo che si tratta dell'"unico intoppo in due mesi ed è risultata essere una cosa non grave". Il presidente ha ribadito di avere la sua fiducia nel suo team di sicurezza nazionale e parlando di Waltz ha detto che "ha imparato una lezione, è una brava persona", attribuendo la responsabilità dell'incidente allo staff del consigliere.

"Era sul telefono di uno del team di Michael, era lui ad avere il numero", ha affermato Trump negando di essere seccato per la vicenda e rimarcando che la presenza di un giornalista nella chat "non ha avuto impatto alcuno" sull'operazione militare.

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