I trucchi di Maduro e il "nonno" che sfida il chavismo: chi è Edmundo González Urrutia

Chi è Edmundo González Urrutia, il candidato alla presidenza del Venezuela che vuole sfidare Maduro e mettere fine a 25 anni di chavismo

I trucchi di Maduro e il "nonno" che sfida il chavismo: chi è Edmundo González Urrutia

Il Venezuela andrà al voto il 28 luglio di quest'anno. Settantatré anni, quattro nipoti e una passione per i pappagalli guacamaya: è questo il ritratto di Edmundo González Urrutia, l'uomo che vuole sfidare il sistema e diventare il prossimo presidente del Venezuela. "Edmundo, presidente per tutti", è il suo slogan assieme a continui inviti alla moderazione seppur nel solco della transizione. Perché "l'avversario va rispettato come tale e non come un nemico".

Chi è Edmundo González Urrutia

"Siamo fiduciosi che la portata della nostra vittoria sarà così importante da aprire anche i negoziati con il governo": sono queste le parole che González ripete nelle ultime settimane. Ex diplomatico, andato in pensione solo tre mesi fa, finora per mestiere partecipava a conferenze, scriveva sporadicamente articoli accademici e dedicava il tempo alla famiglia. Ma è nello scorso aprile che la sua vita ha preso una piega nuova, in vista delle presidenziali venezuelane. Marina Corina Machado, che era stata scelta come candidata alle elezioni primarie tenutesi dalla Piattaforma Unitaria Democratica (Pud), nell'ottobre dello scorso anno è stata infatti squalificata così come più tardi Corina Yoris, nominata sua sostituta. Gonzales rutia ricorda spesso che quando gli fu chiesto di diventare il candidato del pud lo prese come onore ovvero come un impegno dei confronti deo venezuelani.

La sua è stata una lunga carriera diplomatica come ambasciatore in Algeria tra il 1991 e il 1993, ma anche in Argentina dal 1998 al 2002. Dopo venticinque anni di ascesa al potere del chavismo è fortemente intenzionato a mettervi fine. I venezuelani, ormai disincantati nei confronti dell'opposizione, ripongono in lui la speranza del cambiamento. L'ex ambasciatore già si difende dalle critiche interne poiché il partito di governo lo associa a una "opposizione apolide" responsabile delle sanzioni che hanno fiaccato l'economia del Paese. Il leader chavista Diosado Cabello ha dato il via nei suoi confronti a una vera e propria campagna diffamatoria, che vede in González "un piano perverso per continuare a danneggiare il Venezuela".

I chavisti dichiarano guerra a González

Ma quante possibilità ha questo ex diplomatico di buona volontà, ma di basso profilo, di diventare davvero la prossima guida del Venezuela? La maggior parte dei sondaggi finora pubblicati attribuiscono al candidato dell'opposizione circa il 50% delle intenzioni di voto, mentre Maduro avrebbe un sostegno pari a circa il 23% . In casa, nessuno sembra voler rendere le cose facili a González. Negli ultimi giorni il regime del venezuelano ha squalificato 10 sindaci dell'opposizione per aver sostenuto la sua candidatura. L'alfiere della Piattaforma unitaria democratica ha espresso solidarietà ai funzionari colpiti dalla decisione del Controllore generale, affermando che la crescente persecuzione conferma che il Venezuela ha deciso di cambiare.

Si è trattato infatti di dieci primi cittadini dell'area di Trujillo e Nueva Esparta, colpevoli di essersi schierati in senso antichavista. I sindaci dell'opposizione Iraima Vásquez e José María Fermín , rispettivamente dei comuni di Tubores e Villalba; a Nueva Esparta, Heriberto Materán , della località di Motatán, a Trujillo, sono stati inabilitati dai pubblici uffici per 15 anni. Si tratta di una vecchia arma del regime per togliere di mezzo i rivali. E c'è da aspettarsi che fino alla fine di luglio saranno molte altre le figure politiche vicine a González a rischiare la propria carriera. Infatti, egli sostiene che quest'anno sono stati arrestati almeno 37 leader politici vicini alla sua campagna. Questo, tuttavia, potrebbe essere anche il segno della forza politica dell'opposizione, la prova di una certa "disperazione" della dittatura di fronte alle probabili elezioni del cambiamento. Ed è per questo che González insiste sulla necessità che i cittadini vigilino sul processo elettorale del 28 luglio prossimo. Non si tratta solo di accontentarsi di votare, ma di essere attenti nella sorveglianza e nel controllo del voto.

Una campagna breve per González e Machado

La battaglia di González adesso entra nel vivo e verrà combattuta soprattutto a norma di legge. Uno dei passaggi più importanti è stato quello di non recarsi presso la sede del Consiglio elettorale nazionale dove i candidati alla carica di capo di Stato dovrebbero firmare un accordo che riconosce a priori i risultati delle elezioni. González ha spiegato che il riconoscimento delle elezioni presidenziali è contemplato nel punto 12 degli accordi sulle garanzie elettorali, che è stato violato dal governo, revocando l'invito alla missione di osservazione elettorale dell'Unione europea e intensificando le persecuzioni contro i leader e simpatizzanti dell'opposizione.

A guardare le folle che si radunano attorno al Pud, la vittoria potrebbe diventare davvero realtà. Ma c'è un elemento da non trascurare: la piattaforma infatti aveva già indicato due candidate, poi squalificate. Ergo, González è "soltanto" la terza scelta. C'è dunque da chiedersi se il voto e il sostegno che le prime due avevano già guadagnato possa essere in qualche modo trasferibile. I sondaggi, per il momento, dicono che la gente voterebbe chiunque sia indicato da Machado, ma non è chiaro quanta capacità di appoggio esista al momento. Un elemento a favore di González in questa fase sta nel fatto che sia stata ampliata la conoscenza del candidato, che fino a pochi mesi fa era completamente sconosciuto: questo ha favorito una sorta di transizione elettorale.

Anche se la campagna ufficiale si svolgerà dal 4 al 25 luglio, i candidati sono già in tour nel Paese. Tra la fine di maggio e questa prima metà di giugno, Machado ha visitato gli angoli più remoti del Venezuela chiedendo il voto per González, che invece è rimasto a Caracas rilasciando interviste ai media e partecipando a eventi. Per numerosi analisti una breve campagna elettorale per un parvenu potrebbe essere un vantaggio. Si tratta, infatti, di una campagna breve in un clima di grande rifiuto, non solo di Maduro ma dell'intero regime politico e delle sue prestazioni. In questo momento, infatti, è il partito di governo che dovrà riuscire a recuperare il consenso perduto in una campagna elettorale molto breve.

Stanchezza, irritazione e disincanto sono i segnali d'opinione che giungono dall'elettorato venezuelano. Questo potrebbe rendere tutto più semplice: l'opposizione sta, infatti, stimolando la partecipazione elettorale, fornendo un'opportunità a queste istanze di cambiamento politico.

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