Niente alcolici, siamo inglesi. È con questa massima rivisitata che si potrebbe riassumere la rivoluzione in corso nelle abitudini degli abitanti del Regno Unito. Cosa c’è, o forse è il caso di dire c’era, di più classicamente british della capatina post lavoro al pub innaffiata da litri di birra in compagnia dei colleghi? Per non parlare di tutte quelle storie più o meno evanescenti nate sorseggiando una pinta nelle migliaia di locali umidi e rumorosi sparsi sino all'angolo più remoto del regno di Sua Maestà.
Eppure negli ultimi anni qualcosa pare si sia rotto e dal Guardian al Daily Mail passando per il Telegraph non c’è quotidiano della perfida Albione che non suoni campane a morto per annunciare la fine di un'epoca. Tanto più che tra i consumatori delle bevande alcoliche si contano anche i membri della famiglia Windsor, inclusa la compianta sovrana Elisabetta II il cui amore per il gin tonic è ormai leggenda.
A finire sul banco degli imputati per il cambio di usi e costumi nel Regno Unito sono la diffusione dello smart working e l’irruzione della generazione Z nel mercato del lavoro. Sempre più persone lavorano da casa e incontrano di meno i colleghi. Questi ultimi, specie i più giovani, bevono poi poco o per nulla o provengono da culture con differenti abitudini.
A certificare che la direzione del vento sia cambiata ci ha pensato la Work Foundation, un centro studi della Lancaster University, che ha pubblicato un report nel quale esorta i datori di lavoro a creare in ufficio “culture inclusive e salutari” in grado di riflettere maggiormente le preferenze degli impiegati di oggi. Le bevute al termine della giornata lavorativa, si legge nel rapporto, sono state a lungo un punto di riferimento della vita sociale ma i cambiamenti intervenuti nel frattempo rendono necessario un cambio di passo.
Gli esperti suggeriscono alle compagnie di eliminare il riferimento ai drink da ogni occasione sociale, di fornire alternative a birre e vino e di sensibilizzare sui rischi alla salute derivanti dal consumo di alcolici. Stop dunque agli appuntamenti al pub nel tardo pomeriggio e via libera ad attività durante l’orario di lavoro. Per i più fortunati e desiderosi di passare ancora più tempo con i colleghi si moltiplicano le giornate dedicate ad iniziative di team building, magari lontano dai palazzi di vetro e cemento delle città.
A premere con forza per questi cambiamenti, l’abbiamo accennato, sono gli appartenenti alla generazione Z. Il 21% degli individui sotto i 25 anni dichiara di aver evitato del tutto alcolici nel 2023. Un dato in aumento rispetto al 14% registrato nel 2017. E sono proprio i più giovani a rilanciare la rivoluzione sul posto di lavoro pubblicando su TikTok video di sobrissimi breakfast club o di altri eventi a basso, se non inesistente, tasso alcolico.
Se si è ancora scettici sul fatto che un certo mondo al di là della Manica abbia davvero imboccato il viale del tramonto basta pensare che lo scorso gennaio, il mese dedicato a Londra ad una pausa di riflessione dall’alcol dopo i bagordi del periodo natalizio, il consumo di birra e affini ha fatto segnare un record negativo. L’anno scorso, inoltre, complice anche i prezzi in aumento, oltre 500 pub nel Regno Unito hanno chiuso i battenti. E non va meglio nella vicina Irlanda dove dal 2005 il numero dei locali si è contratto del 22.5 per cento.
Comprensibile che di fronte a tali dati i più malinconici possano aver voglia di rendere omaggio ad una tradizione tanto amata, seppur non priva di eccessi, ordinando un ultimo alcolicissimo drink. Come forse avrebbe fatto anche l'indimenticata Elisabetta II.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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