
Risveglio amaro per Donald Trump che, dopo il discorso trionfale pronunciato la scorsa notte al Congresso, questa mattina ha incassato una primo stop da parte della Corte Suprema al piano di tagli draconiani ai finanziamenti per l’agenzia federale Usaid voluto dalla sua amministrazione e dal Doge guidato da Elon Musk. Con cinque voti a favore e quattro contrari, la massima Corte ha emesso infatti una sentenza che prevede il riavvio di due miliardi di dollari di pagamenti dovuti agli appaltatori che hanno già completato il loro lavoro.
Tutto era nato dal ricorso sui tagli presentato in tribunale da due appaltatori di Usaid, l’Aids Vaccine Advocacy Coalition e il Global Health Council. Il 13 febbraio Amir Ali, un giudice distrettuale nominato dal democratico Biden, aveva ordinato all’amministrazione Trump il ripristino temporaneo dei fondi ma un paio di settimane dopo, riscontrando la mancata collaborazione della Casa Bianca, aveva fissato una scadenza entro cui andavano sbloccati i pagamenti per il lavoro già completato. A quel punto gli uomini del presidente avevano presentato il ricorso definendo l'ordine di Ali “incredibilmente intrusivo e profondamente errato” e protestando per la tempistica di stanziamento dei fondi.
La maggioranza dei “saggi”, i quali come da tradizione ieri hanno presenziato al discorso programmatico del presidente al Congresso senza esprimere segni di approvazione o di dissenso, ha bocciato dunque la richiesta del presidente americano di respingimento dell'ordinanza del tribunale di prima istanza. Una decisione che rappresenta un campanello d'allarme per i repubblicani che alla Corte Suprema, grazie proprio a tre nomine effettuate durante il primo mandato di The Donald, ritenevano di poter contare su una maggioranza a loro favore.
Il giudice Samuel Alito ha guidato il parere dissenziente dei quattro giudici conservatori - assieme a Clarence Thomas, Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh - sostenendo che Ali non ha l'autorità per ordinare i pagamenti. Alito ha scritto di essere stupito che la Corte stia premiando “un atto di arroganza giudiziaria”. La massima Corte, che ha emesso a maggioranza la sentenza con un ordine non siglato (tipico di quando vengono adottate decisioni su richieste di emergenza), pur lasciando in vigore l'ordine restrittivo temporaneo del giudice distrettuale gli ha chiesto comunque di “chiarire quali obblighi il governo deve adempiere per garantire il rispetto dell'ordine restrittivo temporaneo, tenendo in debito conto la fattibilità di qualsiasi termine di adempimento”. Nella giornata di domani Ali terrà una nuova udienza per valutare una pausa più duratura.
Nelle settimane successive al suo insedimento Trump ha di fatto smantellato le attività dell'agenzia Usaid espressione del soft power a stelle e strisce ma definita da Musk "un'organizzazione criminale". Gli avvocati del Global Health Council, uno dei due gruppi che ha intentato la causa legale, riferendosi all'operato della Casa Bianca hanno dichiarato che "non si può sopravvalutare l'impatto di questa condotta illecita: sulle aziende grandi e piccole costrette a chiudere i loro programmi e licenziare i dipendenti, sui bambini affamati in tutto il mondo che resteranno senza (assistenza), sulle popolazioni di tutto il mondo che affrontano malattie mortali e sul nostro ordine costituzionale".
Negli scorsi giorni il governo federale ha riportato in un documento interno svelato dall'Associated Press che intende eliminare oltre il 90% dei contratti in aiuti esteri dell'Usaid e 60 miliardi di assistenza complessiva degli Stati Uniti in tutto il mondo. La decisione stabilita oggi dalla Corte Suprema rappresenta un primo test per The Donald e la miriade di ordini esecutivi da lui firmati.
Secondo il Washington Post al momento sono oltre 100 le cause intentate contro le iniziative dell'amministrazione Trump in attesa di giudizio nelle aule dei tribunali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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