Trump al Congresso: "Zelensky mi ha scritto. La Russia è pronta per la pace". Poi rilancia la sfida all'Ue

Per il presidente Usa l'Europa "ha speso più in petrolio e gas russi che in aiuti a Kiev" e "i dazi renderanno l'America di nuovo ricca e grande"

Trump al Congresso: "Zelensky mi ha scritto. La Russia è pronta per la pace". Poi rilancia la sfida all'Ue
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L’America è tornata”. Si è aperto così davanti al Congresso riunito in seduta congiunta il primo grande discorso programmatico del secondo mandato di Donald Trump che ha promesso di continuare la sua campagna di “azioni rapide e incessanti” per trasformare il volto dell’America rivoluzionandone l’economia, l’immigrazione e la politica estera. Un intervento fiume ricco dei classici temi cari alla tradizione dell’eccezionalismo americano e improntato ad un ottimismo che strizza l’occhio alla visione della scintillante città sulla collina di cui parlava Ronald Reagan negli anni Ottanta, non a caso l’epoca preferita dal miliardario.

Aspettatevi un presidente più spavaldo rispetto al Trump del 2017, pronosticava Politico prima del discorso al Campidoglio. Una previsione più che superata che ha visto il tycoon adoperare tanta retorica sempre più messianica - ha ribadito ancora una volta di essere stato salvato dall’attentato a Butler in Pennsylvania per “fare di nuovo grande l’America” -, ma anche tanta sostanza. A partire da un tema di stringente attualità come l’Ucraina. In merito a tale dossier il leader statunitense ha affermato di aver "ricevuto una lettera da Zelensky che si dice pronto a sedersi al tavolo della pace e a firmare l'accordo sui minerali" evidenziando di aver "apprezzato" il suo messaggio. Un commento che sembra mettere fine alla crisi nelle relazioni tra i due capi di Stato dopo lo scontro senza precedenti alla Casa Bianca. Trump ha detto inoltre di aver avuto "discussioni serie" con la Russia e di aver registrato "forti segnali che sono pronti per la pace".

A quel punto il tycoon si è rivolto ai democratici attaccandoli per gli aiuti destinati in passato a favore di Kiev. "Volete continuare a dare soldi per altri cinque anni?", ha chiesto provocatoriamente Trump prima di rivolgere le sue critiche al Vecchio Continente: " gli Stati Uniti hanno inviato centinaia di miliardi di dollari per sostenere la difesa dell'Ucraina. Nel frattempo, l'Europa ha tristemente speso più soldi per acquistare petrolio e gas russi di quanti ne abbia spesi per difendere l'Ucraina. E Biden ha autorizzato più soldi in questa lotta di quanti ne abbia spesi l'Europa".

Sul Canale di Panama Trump, dopo aver ricordato i "38mila" americani morti per costruirlo a inizio Novecento, ha confermato che "è stato regalato per un dollaro dall'amministrazione Carter ma quell'accordo è stato violato gravemente. Non l'abbiamo dato alla Cina", ha dichiarato il commander in chief aggiungendo che "ce lo riprenderemo" per "migliorare la nostra sicurezza nazionale". Il presidente Usa si è poi rivolto alle "persone incredibili della Groenlandia" assicurando di sostenere il loro diritto all'autodeterminazione e sottolineando che se lo vorranno gli Stati Uniti saranno pronti ad accoglierli e a renderli "ricchi". In materia di difesa il capo della Casa Bianca ha chiesto al Congresso di finanziare "uno scudo difensivo missilistico all'avanguardia per proteggere la nostra patria, tutto made in Usa".

"I dazi continueranno", ha detto Trump secondo cui le tariffe "non servono solo a proteggere i posti di lavoro americani. Servono a proteggere l'anima del nostro Paese e a rendere l'America di nuovo ricca e grande". Gelate quindi le speranze per una tregua dopo l'entrata in vigore, ieri, dei dazi contro Canada, Messico e Cina. Il 2 aprile, ha aggiunto il presidente, "entreranno in vigore le tariffe reciproche" e "qualunque cosa ci tasseranno, noi tasseremo loro". "Prenderemo trilioni e trilioni di dollari", ha affermato Trump.

Sul fronte interno il presidente ha rivendicato che dal suo ritorno alla Casa Bianca "la mia amministrazione ha lanciato la più radicale repressione dei confini e dell'immigrazione nella storia Usa", ha annunciato la costruzione di un "gigantesco gasdotto in Alaska, tra i più grandi al mondo" e ha proclamato di aver "eliminato l'ideologia woke dalle nostre scuole". Nel discorso di Trump ha trovato posto persino lo spazio con l'annuncio di voler piantare la bandiera americana su Marte "e anche oltre".

Le dichiarazioni del leader statunitense sono state spesso accolte dalle contestazione dei democratici a cui i parlamentari repubblicani hanno risposto con cori che scandivano "Usa, Usa". Il deputato del partito dell'asinello Al Green è stato espulso dall'aula della Camera su ordine dello speaker Mike Johnson, dopo avere urlato più volte al presidente: "non hai un mandato".

La risposta ufficiale all'intervento del tycoon è stata affidata alla senatrice dem Elissa Slotkin che ha affermato che, a differenza di Ronald Reagan, "Trump avrebbe perso la Guerra Fredda". E per citare liberamente proprio l'ex presidente attore, a giudicare dalle reazioni suscitate sembra proprio che per metà del Paese The Donald sia "la soluzione" e per l'altra sia lui stesso "il problema".

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