Il Cremlino: "I colloqui Usa-Russia a Riad saranno difficili"

Sorpresa per la presenza nella delegazione russa in Arabia Saudita di Sergey Beseda, l'uomo accusato in passato per il fallimento di Mosca in Ucraina

Il Cremlino: "I colloqui Usa-Russia a Riad saranno difficili"
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La pace in Ucraina passa, ancora una volta, dall’Arabia Saudita. I colloqui tra americani e russi che si svolgeranno oggi a Riad arrivano a pochi giorni di distanza dal colloquio telefonico tra Donald Trump e Vladimir Putin e rappresentano il secondo tentativo di arrivare ad un’intesa sul conflitto nell’Europa orientale dopo l’incontro svoltosi a febbraio nella capitale saudita. In una sessione separata, iniziata già domenica sera, gli inviati della Casa Bianca hanno incontrato i rappresentanti del governo ucraino.

Al vertice odierno la delegazione russa sarà composta da Grigory Kasarin, ex ambasciatore a Londra che presiede la commissione Esteri del Consiglio della Federazione, e da Sergey Beseda, il consigliere del direttore dell'Fsb. Alla vigilia del meeting Kasarin ha dichiarato che "noi speriamo di raggiungere almeno qualche progresso" e che i colloqui verranno affrontati "con spirito costruttivo e combattivo". "L'obiettivo è quello di risolvere almeno una questione", ha aggiunto senza precisare quale. Maggiori dettagli li ha forniti il consigliere di Putin per la politica estera, Yuri Ushakhov, che ha parlato di trattative per un cessate il fuoco nel Mar Nero. Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, ha cercato di abbassare le aspettative sostenendo che i colloqui sono appena "all'inizio" e che si aspetta che i negoziati in Arabia Saudita saranno "difficili". Il focus principale di Mosca, ha confermato il portavoce, sarà su una possibile ripresa di un accordo per garantire una navigazione sicura per le navi commerciali nel Mar Nero.

Tra i mediatori americani ci saranno Michael Anton, il direttore della pianificazione politica sotto il segretario di Stato Marco Rubio, insieme agli assistenti di Keith Kellogg (l'inviato speciale del presidente Usa per Ucraina e Russia) e ai rappresentanti dell'ufficio del consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz. L’attenzione degli addetti ai lavori è però puntata soprattutto sui due componenti della delegazione russa a Riad, scelti personalmente dal capo del Cremlino, e in particolare su Beseda.

Sotto sanzioni occidentali dal 2014, il consigliere del direttore dei servizi segreti interni russi aveva perso per un certo periodo influenza presso la corte dello zar per il suo ruolo nelle vicende ucraine. Amico personale di Putin, Beseda, ex capo del Quinto servizio dell'Fsb, ha infatti avuto un ruolo chiave nella pianificazione dell'invasione del Paese dell'Europa orientale nel 2022 e ha supervisionato le operazioni di intelligence a Kiev ed il reclutamento di collaboratori prima dell'inizio dell’operazione militare speciale.

Secondo la ricostruzione del Moscow Times, Beseda sarebbe stato ritenuto responsabile per la raccolta di informazioni erronee alla vigilia dell’aggressione russa dell’Ucraina che avrebbe portato al mancato raggiungimento degli obiettivi militari immediati di Mosca. Il giornalista della Federazione Andrei Soldatov ha affermato che in conseguenza di ciò l'ex capo del Quinto servizio dell'Fsb sarebbe stato all’epoca anche arrestato e detenuto forse nel carcere di Lefortovo. Sottolineando la sorpresa con la quale è stata accolta la notizia della sua nomina, il New York Times riporta che Kyrylo Budanov, il capo degli 007 militari di Kiev, nel 2023 ha definito Beseda "una persona molto problematica" per l'Ucraina e che "ha fatto molto male".

L'esito dei negoziati è incerto. Gli analisti fanno notare all'agenzia Adnkronos che la cerchia vicina allo zar sia convinta “di avere il coltello dalla parte del manico” per due ragioni: la situazione sul campo e lo “sdoganamento di Putin da parte" del leader Usa. Gli stessi osservatori precisano però che sul terreno "le cose non vanno così straordinariamente bene come i russi vorrebbero far credere, anche se certo vanno meglio che agli ucraini".

Inoltre, il presidente della Federazione al momento "non può permettersi di promettere a Trump qualcosa che non può mantenere, pena il rischio di fare la fine di Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale e ciò spiega perché la tregua invece di essere un elefante è diventata un topolino". Il Washington Post sostiene che non sia previsto alcun incontro tra le delegazioni ucraine e russe, entrambe presenti in queste ore in Arabia Saudita.

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