Gli americani promuovono il muro col Messico: così l'immigrazione manda in tilt i dem

I sondaggi mostrano come l'immigrazione sia diventato il tema centrale per gli elettori americani e il muro con il Messico proposto da Trump guadagna sempre più consensi. L'allarme per l'amministrazione Biden

Gli americani promuovono il muro col Messico: così l'immigrazione manda in tilt i dem
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Trovano conferma nei sondaggi i malumori degli americani per la gestione dello spinoso dossier immigrazione da parte della Casa Bianca. Lo rileva l’istituto Gallup che certifica come per la prima volta dal 2019 tale questione sia diventata la principale problematica per gli elettori. Una preoccupazione che interessa il 28% degli intervistati, in sensibile crescita rispetto al 20% registrato nel mese di gennaio. Un’altra indagine realizzata dalla Monmouth University rivela poi che per la prima volta la maggioranza degli statunitensi, per la precisione il 53%, appoggia la costruzione del muro al confine con il Messico, uno dei cavalli di battaglia dell’ex presidente Donald Trump intenzionato a tornare nel gennaio del 2025 al 1600 di Pennsylvania Avenue.

La Monmouth University sonda le opinioni dei cittadini Usa sul progetto della barriera sin dal 2015, anno in cui fu proposta da The Donald, e l’unico precedente in cui i favorevoli erano in maggioranza risale al settembre del 2015, 48 a 43. Successivamente la controversa idea non ha guadagnato molti consensi. Basti pensare che nel 2019, durante la presidenza repubblicana, solo il 42% era favorevole alla costruzione del muro.

Gli accessi record al confine degli ultimi mesi e il trasferimento di decine di migliaia di immigrati dal Texas in città e Stati democratici hanno però reso tangibile la portata del fenomeno migratorio e messo in crisi gli amministratori locali. Il sindaco di New York Eric Adams, tra i primi a richiedere aiuto al governo federale, nelle ultime ore si è espresso a favore della deportazione dei migranti sospettati di aver commesso crimini gravi e della revisione delle politiche adottate dalle cosiddette città “santuario”.

Il mutamento di pensiero dell’elettorato sul piano del tycoon per mettere fine agli ingressi alla frontiera meridionale allarma gli strateghi della campagna dem. In realtà non sono solo gli elettori ad aver cambiato idea. Infatti, come ha raccontato di recente il New York Times, persino Joe Biden ha compiuto un’evoluzione sul tema passando da un approccio “compassionevole” ad uno più severo, almeno nelle dichiarazioni pubbliche.

Se quella legge fosse stata approvata oggi avrei chiuso il confine” ha affermato il presidente poche settimane fa ad un evento in South Carolina riferendosi ai tentativi del Congresso di raggiungere un compromesso sulla gestione dell’immigrazione. D’altra parte lo spostamento a destra del vecchio Joe fa storcere il naso a sempre meno esponenti del partito dell’asinello preoccupati di perdere il prossimo novembre sia la Casa Bianca che il Senato dove i dem al momento detengono una risicata maggioranza di 51 voti contro i 49 dei repubblicani.

Un ulteriore segnale della centralità della questione è inoltre proprio il fatto che a Capitol Hill i trumpiani, in assenza di misure per affrontare l’emergenza al confine, abbiano bloccato sino ad ora nuovi aiuti militari all’Ucraina mettendo così in discussione la politica estera Usa in uno dei momenti più delicati della storia recente.

Biden quindi, in affanno nei sondaggi, proverà oggi a riprendere l'iniziativa visitando, come il suo sfidante, il Texas. Forte è ormai per il presidente la consapevolezza che le speranze per Kiev, e per la sua amministrazione, passino anche dal Rio Grande.

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