Per la prima volta da quando in Turchia si vota per l'elezione diretta del presidente della Repubblica, il Paese dovrà tornare alle urne per il turno di ballottaggio. Il capo dello Stato uscente, Recep Tayyip Erdogan, è in testa alle preferenze sovvertendo così i sondaggi trapelati nei giorni scorsi. Ma non ha raggiunto la soglia del 50%+1 dei voti necessaria per l'elezione diretta. Fra due settimane sarà quindi sfida a due con il candidato dell'opposizione, Kemal Kilicdaroglu.
I risultati delle presidenziali
A partire dalle 19:00, ora turca, il Paese ha iniziato a trattenere il fiato. Non ci sono stati exit poll, né ulteriori sondaggi. Agenzie e televisioni hanno iniziato a diffondere subito i dati reali trapelati dal ministero dell'Interno. E subito il vantaggio di Erdogan è sembrato netto. Mentre procedeva la prima ora di spoglio delle schede, il presidente uscente era accreditato del 55% dei consensi. Ma, era il pensiero trapelato da molti analisti, i primi voti arrivati nelle agenzie turche riguardavano comunità rurali e piccole cittadine dell'Anatolia. Feudi elettorali dell'Akp di Erdogan.
Per questo nel quartier generale del partito del presidente nessuno si è sbilanciato. Lo stesso capo dello Stato, presente ad Ankara dal pomeriggio dopo aver votato a Istanbul al mattino, ha rilasciato prime dichiarazioni solo in serata. Dalle parti dell'opposizione si invitava invece a un altro tipo di cautela: Kilicdaroglu su Twitter ha invitato i sostenitori a non credere ai primi dati trapelati e a non abbandonare i seggi per evitare eventuali brogli.
Ora dopo ora, il vantaggio di Erdogan si è andato via via assottigliando. E a mezzanotte, anche i dati ufficiali hanno iniziato a parlare di un risultato definitivo poco al di sotto della soglia del 50% per il presidente. È stato il preludio a una notte molto lunga, tra le più intense vissute in Turchia negli ultimi anni. Da un lato i sostenitori dell'Akp, scesi in piazza per festeggiare una vittoria che sembrava a portata. In molte città, gli elettori di Erdogan hanno comunque inscenato caroselli per strada, nella speranza di veder trasformato il 49% apparso in Tv in una cifra più alta.
Dall'altro lato, l'opposizione ha continuato a predicare attenzione. Anche quando il ballottaggio è sembrato acquisito, dalla sede del comitato di Kilicdaroglu sono stati lanciati appelli affinché si mantenesse sempre alta la vigilanza sui risultati. E non sono stati pochi coloro che, all'interno del Chp, hanno parlato di numeri fin troppo sbilanciati artificialmente a favore di Erdogan.
Con le prime luci dell'alba, i turchi hanno potuto avere un quadro più preciso della situazione. Alle 8:00 del mattino, lo spoglio delle schede era arrivato al 95% del totale. Chi si è svegliato presto, ha ascoltato il discorso che Erdogan ha tenuto davanti ai suoi elettori. "Abbiamo avuto una delle più alte affluenze elettorali della nostra storia - ha dichiarato il presidente - Questo equivale a un trionfo della democrazia". In quel momento, Erdogan non era ancora sicuro del ballottaggio e ha esortato ad avere fiducia in vista degli ultimi aggiornamenti dai seggi.
Ma alle 9:00, le agenzie turche hanno iniziato a diffondere i risultati definitivi. Arrivando così al responso finale: Erdogan ha ottenuto il 49.24% dei voti. Sarà quindi necessario un secondo turno. Kilicdaroglu dal canto suo, è arrivato al 45%. Si tratta comunque di un risultato storico per l'opposizione del Chp, la quale per la prima volta negli ultimi venti anni è andata oltre il 40%. L'altro candidato, Sinan Ogan, è arrivato al 5.2%.
La sfida tra Erdogan e Kilicdaroglu è già entrata nel vivo. Con lo sfidante del presidente uscente che si è dichiarato fiducioso in vista del ballottaggio. "Siamo felici, nonostante le insinuazioni e gli insulti di Erdogan - ha dichiarato Kilicdaroglu ai suoi sostenitori - Lui non ha ottenuto il risultato che voleva. La nostra gente dovrebbe stare sicura che vinceremo senza dubbio e riporteremo la democrazia in questo Paese". Il risultato probabilmente soddisfa entrambi: Erdogan appare come il favorito in vista del ballottaggio e la necessità stessa di dover competere in un secondo turno, potrebbe dar modo al presidente uscente di rispondere alle critiche sullo stato di salute della democrazia turca. L'opposizione, dal canto suo, può rivendicare di aver messo concretamente in discussione il dominio del fondatore dell'Akp.
Erdogan ha la maggioranza in parlamento
Ma ieri non si è votato solo per le presidenziali. I cittadini turchi hanno anche rinnovato il parlamento, eleggendo i 600 nuovi deputati della Grande Assemblea Nazionale. Anche in questo caso, la formazione di Erdogan ha perso voti rispetto al 2018, ma si è comunque guadagnata la maggioranza. L'Akp, in particolare, ha ottenuto il 36% dei consensi e potrà schierare nella nuova legislatura 268 deputati. Per avere la maggioranza, Erdogan dovrà fare affidamento ai 52 parlamentari eletti dall'alleato nazionalista del Mhp, forte del 10.5% dei consensi. Complessivamente, la coalizione a guida Akp, denominata "Alleanza per il Popolo", ha ottenuto il 50.32% dei consensi e 325 deputati. Un calo rispetto ai 344 parlamenti del parlamento uscente.
Il principale partito dell'opposizione, il repubblicano Chp, ha ottenuto il 25% dei voti e potrà contare nella nuova assemblea su 168 deputati. Un risultato migliore del 2018, quando la formazione aveva fatto registrare il 22% dei consensi e aveva fatto eleggere 146 parlamentari. Il principale alleato, il nazionalista Iyi, ha ottenuto il 10% e ha portato in parlamento 46 deputati.
La soglia di sbarramento del 7% è stata oltrepassata da un altro partito: si tratta della lista dei Verdi, comprendente al suo interno l'Hdp. Quest'ultima è la formazione di riferimento della popolazione curda e ha ottenuto molti voti nelle regioni più orientali. Complessivamente, la lista si è fermata all'8.52% dei consensi e potrà contare su 59 deputati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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