L'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani è appeso ad un filo, o più precisamente alla volontà di un uomo, Mohammed Sinwar, diventato il leader di Hamas nel territorio palestinese dopo la morte del fratello Yahya. Già prima dell’operazione dell’Idf che nell’autunno scorso ha eliminato la temuta primula rossa, il Jerusalem Post riferiva di come Mohammed fosse considerato, rispetto a Yahya, “più astuto e spietato” e di come preferisse “tirare i fili dietro le quinte”. Oggi, scrive il Wall Street Journal, il nuovo signore del terrore a Gaza, a cui è stato assegnato il titolo di “Ombra”, è impegnato a ricostituire l'organizzazione islamista per continuare la lotta contro lo Stato ebraico.
Sinwar, 49enne, ha lanciato infatti un’intensa campagna di reclutamento, persino ai funerali e nei luoghi di preghiera, necessaria per ridare vita ad Hamas impegnata in un conflitto con Israele che va avanti ormai dagli ultimi mesi del 2023. La sua leadership è stata confermata dalla nuova generazione di militanti nella Striscia, in opposizione alla volontà dei funzionari del gruppo che riuniti in Qatar, dopo l’eliminazione di Yahya, avevano deciso di affidare la guida del movimento ad un "consiglio" e non ad un singolo uomo.
Che gli sforzi del nuovo leader di Hamas stiano producendo notevoli risultati lo confermano anche gli israeliani. Amir Avivi, generale in pensione dello Stato ebraico, riconosce che “ci troviamo in una situazione in cui il ritmo con cui Hamas si sta ricostruendo è più alto del ritmo con cui l’Idf lo sta sradicando”. “Mohammed Sinwar”, aggiunge l’ex militare, “sta gestendo tutto”. Un alto funzionario dell’esercito di Tel Aviv ammette che “stiamo lavorando duramente per trovarlo”. La capacità dei fedayn di infliggere ancora pesanti perdite al nemico è testimoniata dall’attacco della settimana scorsa che, nell’area a nord di Gaza, ha fatto 10 vittime tra i soldati di Israele.
A differenza del fratello, Mohammed non ha trascorso molto tempo in prigione ma si è distinto nell’operazione durante la quale nel 2006 fu rapito un militare israeliano usato, cinque anni più tardi, come merce di scambio per ottenere la liberazione di Yahya. Anche lui comunque si è unito alla lotta armata in giovane età ed era considerato vicino a Mohammed Deif, il capo dell’ala armata del movimento eliminato da Tel Aviv nel luglio del 2024. Una fonte anonima consultata da Ynet afferma che “è capace di uccidere senza esitazione. È una figura spaventosa. La gente guardava a terra quando passava, per paura potesse fraintendere uno sguardo. E reagire. Nessuno a Gaza osa contraddirlo”.
In passato Israele ha tentato più volte, senza successo, di assassinare Mohammed Sinwar e in numerose occasioni sono circolate voci della sua eliminazione tanto da essere stato definito “l’uomo che torna dalla morte”. Le autorità dello Stato ebraico hanno promesso di distruggere Hamas che però, nonostante una campagna militare durissima, continua a lanciare assalti e a reclutare senza sosta nuove leve. L’organizzazione islamista “è in una posizione molto forte per dettare le sue condizioni”, si legge in un comunicato rilasciato dall’”Ombra” a fine anno scorso.
E la stampa conferma adesso che entro 24 ore sarà proprio lui a decidere sull’accordo che dovrebbe stabilire un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani. Una tregua che potrebbe configurarsi come una breve parentesi prima della ripresa dello scontro totale tra i due nemici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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