Quanto vale la libertà? Le si può dare davvero un prezzo? Il trilione di dollari che gli Stati Uniti hanno messo sul piatto per venti anni di guerra in Afghanistan è sufficiente? E se questo è il prezzo, qual è il costo di questo conflitto? Almeno 241mila morti, secondo Emergency.
Sono passati quasi due anni da quando la Nato ha abbandonato Kabul e, nel frattempo, il mondo è cambiato. Per certi versi si è ribaltato. L’Alleanza atlantica, che sembrava morta solo due anni fa, è tornata a farsi sentire dopo l’inizio dell’“operazione militare speciale” della Russia in Ucraina. Una nuova cortina di ferro pare esser calata sul mondo. Ma alcune cose sono rimaste invariate, come il regime dei talebani. “Abbiamo perso la libertà”, ci racconta disperato Esmatullah, che in passato ha collaborato con i militari italiani in Afghanistan. “I talebani continuano a cercare tutti coloro che hanno lavorato con la Nato”. “La gran parte delle persone non ha più nulla da mangiare”, aggiunge l'interprete.
Vivere sotto il regime dei talebani è oggi praticamente impossibile, come ci spiega Kamal Fakhruddin, fondatore del Centro per dialogo e solidarietà, un’associazione che desidera tenere alta l’attenzione sull’Afghanistan: “Nell'ultimo anno e mezzo i miei connazionali sono stati privati dei più basilari diritti umani e di cittadinanza. Sotto il dominio dei talebani gli afghani non hanno più alcun tipo di sicurezza, né fisica, né politica, né economica, né di alcun altro tipo. Sfortunatamente, nell'atmosfera di soffocamento e di restrizioni creata dai talebani, non trapelano notizie reali sulla loro crudeltà e oppressione”. L'Afghanistan di oggi è un grande buco nero. Eppure, se si fa lo sforzo di andare oltre le agenzie e il sentito dire, si scopre una realtà parallela e non raccontata. Spiega Fakhruddin: “Sono stati documentati casi in cui le persone sono state arrestate solo perché attivisti civili, sostenitori della democrazia, collaboratori di 'infedeli' e membri del regime precedente. Sai cosa è successo a molti di loro? I talebani li hanno ammazzati e poi, senza dire niente a nessuno, hanno sepolto i loro cadaveri”. Fantasmi.
A subire maggiori soprusi sono soprattutto le donne, continua il fondatore del Centro per dialogo e solidarietà: “In un anno e mezzo di governo talebano, i cancelli delle scuole e delle università sono stati chiuse. Le donne sono state licenziate da tutti gli uffici governativi e sostituite da uomini, oppure i loro incarichi sono stati rimossi dalla struttura”. Ma sono voci dimenticate queste. Ora che tutto il mondo è concentrato sull'Ucraina non c'è più spazio per l'Afghanistan. Eppure un popolo continua a morire.
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