Hamas prepara una nuova "sorpresa" mortale contro Israele: le nuove armi dei terroristi

Secondo diversi esperti, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza starebbe attendendo l'avvio dell'operazione di terra per adoperare nuove armi contro Israele

Palestinesi che attraversano la barriera di confine con Israele da Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
Palestinesi che attraversano la barriera di confine con Israele da Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
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A due settimane dalla strage del 7 ottobre non è ancora arrivato il momento per lo Stato ebraico di ricostruire la catena di errori che ha portato all'attacco più grave contro gli ebrei dal tempo della Shoah. Israele già si interroga però su come i suoi nemici siano riusciti a nascondere i loro piani di morte e a indurre il governo di Benjamin Netanyahu ad abbassare la guardia. E si affaccia adesso un inquietante interrogativo: quali “sorprese” ha ancora in serbo Hamas per l’esercito israeliano che si appresta a lanciare l’operazione di terra nella Striscia di Gaza?

Il 7 ottobre gli islamisti hanno adoperato armi già note agli israeliani ma il timore per Tel Aviv è che i terroristi nascosti nei tunnel, la cosiddetta “metro di Gaza”, stiano aspettando l’ingresso delle forze di Tsahal nella Striscia per svelare il loro arsenale segreto. L’incubo per Israele è rappresentato dai droni sottomarini che potrebbero essere usati per colpire porti, navi e piattaforme petrolifere.

Nel 2016 il Mossad, il servizio di intelligence israeliano, in una missione mai riconosciuta aveva ucciso in Tunisia Mohamed Zouari, un ingegnere aerospaziale noto per essere il responsabile del programma dei velivoli senza pilota di Hamas. All’epoca del suo omicidio, Zouari stava lavorando alla costruzione di droni sottomarini ma la sua morte non pone fine al suo progetto. Nel 2021 infatti l’Israel Defence Forces (Idf) intercetta e distrugge un drone di questo tipo appena partito da una spiaggia di Gaza. Il successo dell'operazione lascia il sospetto tra le forze militari che Hamas possa contare su altre armi avanzate dal punto di vista tecnologico che ancora adesso non sono state impiegate contro gli israeliani. L’eredità di Zouari d’altra parte si è vista anche nell’attacco del 7 ottobre con la conferma da parte del gruppo islamista dell’utilizzo di 35 velivoli esplosivi e senza pilota costruiti sulla base dei progetti dell’ingegnere.

Ci sono poi altri armamenti che preoccupano Tel Aviv: le munizioni guidate di precisione che potrebbero colpire a grande distanza e le bombe collocate lungo le strade. Queste ultime in particolare sarebbero una versione potenziata delle mine che in Iraq e Afghanistan hanno provocato centinaia di morti e feriti tra gli americani e non solo. Questi strumenti bellici chiamano in causa l’Iran, grande sostenitore nella regione di Hamas, Jihad Islamica, Hezbollah, Houthi e altri gruppi ostili agli Stati Uniti e ad Israele. Un report dell’intelligence di Washington trapelato ad inizio anno informava di militanti in Siria “istruiti” da esperti di Teheran sulla realizzazione di bombe perforanti in grado di creare danni micidiali alle corazze dei carri armati ad una distanza di 20 metri.

L’Iran avrebbe stanziato 100 milioni di dollari in supporto militare, addestramento high-tech e trasferimento di know-how a favore di Hamas e dei suoi alleati fornendo loro inoltre prototipi di razzi, missili e droni. Grazie alla tecnologia iraniana il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza ha poi realizzato strutture sotterranee adibite alla costruzione di razzi e velivoli senza pilota. Secondo le intelligence di Washington e Tel Aviv esplosivi e componenti elettronici sono stati introdotti nella Striscia via mare o attraverso i tunnel.

La nuova “sorpresa” mortale che Hamas potrebbe riservare alle forze di Tsahal ha un precedente che gli israeliani non hanno dimenticato. Nel 2006 Tel Aviv non era a conoscenza delle capacità di Hezbollah di colpire al largo delle coste libanesi e rimase impressionata dall’attacco missilistico compiuto dal movimento sciita contro la corvetta INS Hanit in cui persero la vita 4 membri dell’equipaggio.

È alquanto probabile che Hamas abbia delle capacità che non abbiamo ancora visto ma che potremmo vedere a breve” dichiara al Washington Post Fabian Hinz, un esperto della difesa presso

l’International Institute for Strategic Studies. I militanti islamisti starebbero quindi attendendo l’escalation nel conflitto in corso per mostrare tutte le loro carte in quella che potrebbe essere la loro ultima battaglia.

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