
Record negativo per il tycoon, sondaggi mai così negativi dopo i primi 100 giorni per un presidente. Pesano scelte impopolari e brutali, ai limiti del buonsenso soprattutto sui migranti. I sondaggi delle ultime ore sono tanti e quasi tutti dicono le stesse cose: il presidente perde terreno su tutti i dossier più importanti per gli americani. Ma ce n'è uno che spiega meglio di altri cosa non va, quello sull'immigrazione.
Quasi tutta la campagna elettorale per le presidenziali dello scorso 5 novembre si è giocata sul tema dell'immigrazione. La gestione del confine meridionale, o meglio la non gestione considerati gli ingressi record nei primi tre anni dell'amministrazione Biden, è stato un elemento trainante dei consensi per Trump, ma ora questo sembra sempre meno vero.
Il caso immigrazione e le storie che scuotono l'opinione pubblica
Secondo un sondaggio condotto da SRS polling per la CNN tra dicembre e aprile, l'opinione degli americani sul tema è crollata di sette punti: oggi solo il 53% si dice soddisfatto di come sta gestendo i flussi. Ma secondo altri sondaggi i numeri sono addirittura peggiori. Com'è possibile? Gli americani hanno forse cambiato opinione sul tema? Non esattamente. La critica principale non è sul tema, ma sul modo. Gli americani contestano soprattutto il "come" Trump sta gestendo l'immigrazione.

La Casa Bianca ha avviato un programma di espulsioni di massa e una lotta senza quartiere alle gang criminali. Su questo gli americani non sarebbero in disaccordo, il problema è che iniziano ad emergere storie che hanno scioccato l'opinione pubblica. È il caso di Kilmar Ábrego García. Un uomo originario di El Salvador deportato nel Paese di origine con l'accusa di essere un pericoloso terrorista. García, in realtà, non lo era, come ha poi confermato lo stesso dipartimento di Giustizia. Ma ormai era stato deportato e la Casa Bianca, contravvenendo a una sentenza della Corte Suprema ha preferito ignorare il problema lasciando che fosse gestito da El Salvador.
A questa vicenda se n'è aggiunta un'altra: il rimpatrio di tre bambine, di cui una malata di cancro, rispedite con le madri in Honduras. L'amministrazione si è difesa dicendo che la deportazione è avvenuta perché le madri erano immigrate illegali, ma le bambine in realtà hanno cittadinanza americana. Il segretario di Stato Marco Rubio ha detto che le bambine, se vogliono, possono rientrare. Ma è evidente che questa forma di deportazione oltre il buonsenso colpisce nel profondo gli americani.
Cosa rivelano davvero i sondaggi
C'è però un ulteriore livello di lettura che si può fare e riguarda il rapporto di Trump con i sondaggi. Fin da quando ha messo piede alla Casa Bianca nel gennaio del 2017, il tycoon ha sempre avuto indici di gradimento non eccezionali. NBC News ha provato a fare un confronto coi precedenti per capire quanto l'andamento dei primi 100 giorni sia negativo e si scopre che il Trump 2.0 fa peggio di tutti, tranne che di sé stesso. E per capirlo bastano questi numeri:
- Dopo 90 giorni l'indice di gradimento di Bill Clinton era al 52%
- Dopo 93 giorni quello di George W. Bush era al 56%
- Dopo 96 giorni quello di Barack Obama era al 61%
- Dopo 90 giorni quello del primo Trump, nel 2017 era al 40%
- Dopo 87 giorni quello di Joe Biden era al 51%
- Dopo 90 giorni quello del secondo Trump è al 45%

Viene quindi da chiedersi se dietro ai sondaggi non ci sia sempre un bias nei confronti del repubblicano. Quello che è certo è che davanti ci sono almeno 1.300 giorni di mandato, che il tema immigrazione resta sentito dagli elettori.
A Trump resta il compito più delicato, trovare una sintesi tra quello che ha promesso agli elettori, quello che vorrebbe fare spinto dalle frange più radicali del popolo MAGA e il buonsenso che una fetta del Paese vorrebbe vedere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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