La popolarità di Trump cresce dopo l'attentato. Biden a picco: "Il 60% dei dem vuole il "ritiro"

L'indice di gradimento del tycoon è arrivato al 40% dopo l'attentato di Butler, mentre Biden è fermo al 32%. Secondo il sito Axios, la sua determinazione a rimanere in corsa è motivata dal risentimento contro Obama

La popolarità di Trump cresce dopo l'attentato. Biden a picco: "Il 60% dei dem vuole il "ritiro"
00:00 00:00

Nonostante gli appelli a ritirarsi, Joe Biden sembra intenzionato a rimanere il candidato democratico nella corsa alla Casa Bianca. I sondaggi, però, continuano a dipingere un quadro decisamente poco favorevole per l’attuale leader di Washington. Secondo l’ultima rilevazione di Abc News/Ipsos, dopo l’attentato di Butler l’indice di gradimento per Donald Trump è arrivato al 40%, a un passo dal record del 42% registrato negli ultimi anni dal tycoon.

Lo stesso sondaggio mostra anche che il 60% degli elettori democratici vuole che Biden faccia un passo indietro. La popolarità del presidente, infatti, si attesta al 32% e l’impopolarità al 55%, quattro punti in più rispetto a quella del rivale repubblicano (55%). In generale, il 55% degli americani non è soddisfatto dell’attuale inquilino della Casa Bianca come candidato e solo il 39% dei votanti del suo partito vorrebbe che rimanesse in corsa, contro il 44% dei repubblicani che, probabilmente, vedono la sua intenzione di rimanere candidato come una mossa che faciliterà la vittoria di Trump.

Per quanto riguarda possibili sostituti, la vicepresidente Kamala Harris è quella con il gradimento più alto (35%). La sua popolarità sale tra gli afroamericani (55%) e gli ispanici (38%), con tassi maggiori rispetto a quelli di Biden. In queste due comunità, il tycoon ha rispettivamente il 15% e il 37% di gradimento. Sleepy Joe non sembra essere toccato da queste rilevazioni sfavorevoli. “E' un miracolo. Per una volta Donald Trump ha detto la verità. Questa è l'elezione più importante della nostra vita. E io la vincerò”, ha scritto sul suo profilo X, condividendo un video in cui l’avversario ha appunto affermato che le consultazioni di novembre saranno le più importanti nella storia del Paese.

Stanno però iniziando ad emergere diversi interrogativi sulla determinazione ostinata di Biden a non voler cedere alle pressioni di chi vorrebbe sostituirlo. Secondo la ricostruzione effettuata dal sito Axios, alla base della sua postura vi sarebbe un risentimento covato da anni nei confronti di Barak Obama, che nel 2016 preferì Hillary Clinton a lui. Le affermazioni del media americano si sono basate su quanto riferito da persone vicine al presidente, che hanno spiegato come le pressioni esercitate dall’ex presidente dem sull’attuale leader di Washington non fanno altro che aumentare la sua determinazione a rimanere in corsa.

Pare, inoltre, che quando Clinton fu battuta da Trump, Biden si sentì in colpa per non essersi candidato e si infuriò con il team di Obama e gli altri compagni di partito che lo costrinsero a non farlo, nella convinzione che lui avrebbe potuto battere il tycoon. Axios ha riportato che molti collaboratori del presidente vedono parallelismi con la situazione attuale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica