L'Iran: 'Il caso di Cecilia Sala è oggetto di un'inchiesta. L'arresto non c'entra con quello di Abedini'

L'Iran continua a tenere in sospeso le sorti della giornalista italiana e non fornisce dettagli sulle ragioni della sua reclusione: "L'annuncio sugli ultimi sviluppi spetta al portavoce della magistratura"

L'Iran: 'Il caso di Cecilia Sala è oggetto di un'inchiesta. L'arresto non c'entra con quello di Abedini'
00:00 00:00

"Il suo caso è oggetto di inchiesta". L'Iran continua a tenere l'Italia col fiato sospeso per Cecilia Sala, la giornalista arrestata lo scorso dicembre a Teheran, prelevata nel suo hotel e rinchiusa in un carcere non distante dalla Capitale. "La giornalista italiana è stata arrestata per 'violazione delle leggi della Repubblica Islamica' (dell'Iran), come ha affermato in un comunicato il dipartimento dei media esteri del ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico", ha ribadito in queste ore il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei. "L'annuncio sugli ultimi sviluppi e i dettagli del caso spetta al portavoce della magistratura (Asghar Jahangir)", conclude la nota ministeriale. "Non esiste alcun collegamento tra l'arresto di una giornalista italiana e l'arresto di un cittadino iraniano a Milano", ha ribadito Baghaei rispondendo alle domande.

Non ci sono al momento pubblici riscontri di una possibilità che la giornalista venga rilasciata. Anzi, ora il suo caso è diventato materiale per la magistratura, il che rischia di prolungare ulteriormente i tempi. Dall'Iran smentiscono che la sorte di Mohammed Abdedini, l'ingegnere iraniano che l'Italia ha arrestato dietro mandato di cattura internazionale spiccato dagli Stati Uniti sia legata a quella di Sala. L'uomo, fermato il 16 dicembre, tre giorni prima della giornalista, si trova attualmente limitato nel carcere di Opera, in attesa che la Corte d'Appello decida sulla richiesta di estradizione avanzata dagli Usa. Per il momento la procura ha dato parere negativo per la concessione dei domiciliari. "Un certo numero di cittadini iraniani sono perseguiti ed estradati in alcuni Paesi su richiesta degli Stati Uniti, e noi ci opponiamo a questa mossa Sappiamo che è una specie di presa di ostaggi. L’accusa mossa a questi cittadini è di aggirare le sanzioni unilaterali americane. Un’accusa infondata. La nostra richiesta ai Paesi è di non lasciare che le loro relazioni bilaterali con l’Iran siano influenzate dalle richieste illegali di terzi", ha dichiarato ancora Esmail Baghaei. I "terzi" citati nella nota sono gli Stati Uniti.

La diplomazia italiana si muove silenziosa per trattare con quella iraniana ma non sembra ci siano margini di movimento adeguati al momento. Le accuse nei confronti dell'iraniano sono di aver esportato dagli Stati Uniti materiale tecnologico utile alla realizzazione di droni, definito sensibile per le sue implicazioni nei conflitti. Il prossimo appuntamento ufficiale sarà il 15 gennaio per l'udienza presso la Corte d'Appello di Milano sui domiciliari, che su domanda del suo avvocato sono stati richiesti in un appartamento di proprietà del Consolato iraniano a tre chilometri dalla sede, senza braccialetto elettronico e con l'autorizzazione per uscire a fare acquisti di beni primari. Abedini si è già dichiarato innocente. I giudici hanno poi 5 giorni di tempo per pronunciarsi.

Secondo la procura esiste un concreto pericolo di fuga e le condizioni che sono state poste non sarebbero sufficienti per evitarla. Da quanto accadra il 15 gennaio, quando l'uomo potrà anche rendere dichiarazioni spontanee.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica