Israele allerta i militari: "Pronti a entrare in Libano via terra". E Biden: "Possibile guerra totale"

Il generale delle Idf Uri Gordon ha dichiarato che le sue truppe devono tenersi pronte per una possibile invasione del sud del Libano: sale la tensione nella regione

Israele allerta i militari: "Pronti a entrare in Libano via terra". E Biden: "Possibile guerra totale"
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Le forze di difesa israeliane (Idf) devono tenersi pronte a una possibile invasione del Libano per fronteggiare Hezbollah. Lo ha dichiarato il Comandante del Nord dell'Idf, il generale Uri Gordon, spiegando alle sue truppe che "dobbiamo essere pronti a entrare in azione e invadere" il Libano. Come rivela il Jerusalem Post, durante un discorso alla Brigata 7, Gordon ha sottolineato che le loro azioni devono permettere agli oltre 60mila residenti del nord di Israele, evacuati dalle loro case da quasi un anno, di tornare nelle loro abitazioni in sicurezza. Gordon ha inoltre affermato: "Siamo entrati in una nuova fase del conflitto e ora combattiamo come parte dell'Operazione Frecce del Nord." Nel frattempo, l'ex capo dell'intelligence dell'Idf, Amos Yadlin, ha sottolineato che l'esercito israeliano dovrebbe indebolire Hezbollah con attacchi aerei per due settimane prima di iniziare un'invasione terrestre.

Secondo l'Atlantic Council, l'invasione del Libano potrebbe rendersi "necessaria" se l'Idf non riuscisse a eliminare le postazioni, i depositi di armi e i siti di lancio di Hezbollah nell'area compresa tra il confine e il fiume Litani. L'invasione coinvolgerebbe unità corazzate, artiglieria, fanteria e forze speciali, con l'obiettivo di setacciare la zona, effettuare raid e colpire le posizioni di Hezbollah. Israele, afferma il think-tank, "preferirebbe evitare una tale manovra a causa dei rischi per le forze terrestri, ma se ritenesse che l'invasione sia inevitabile, potrebbe cercare di indebolire Hezbollah tramite bombardamenti aerei, come già fatto a Gaza, prima di schierare le truppe di terra".

"invasione del Libano prima dell'inverno"

Secondo alcune fonti citate dal giornale israeliano, la possibile invasione del Libano dovrebbe concludersi entro l'inizio di novembre, per evitare le difficoltà operative derivanti dal clima invernale montuoso del Paese dei cedri. Nel frattempo, secondo le Nazioni Unite, più di 90.500 persone in Libano sono state costrette a fuggire dalle loro case questa settimana, mentre Israele ha continuato a bombardare il sud del Paese per il terzo giorno consecutivo. Secondo il ministro della salute libanese, Firass Abiad, i raid aerei israeliani hanno causato più di 560 morti negli ultimi tre giorni.

Considerata la volatile situazione di instabilità e l'eventualità che si acuiscano ulteriormente le tensioni regionali, la Farnesina ha ribadito l'invito ai connazionali a rinviare i propri viaggi in Libano. Ai connazionali presenti temporaneamente nel Paese si raccomanda di partire con i voli commerciali disponibili. "Agli italiani che lavorano in Libano abbiamo sempre consigliato di lasciare il Paese il prima possibile" ha dichiarato il vicepremier e Ministro degli esteri, Antonio Tajani. Anche il premier inglese Keir Starmer ha esortato i cittadini del Regno Unito in Libano a lasciare immediatamente il Paese. Starmer ha aggiunto di ritenere che il conflitto tra Israele e Libano sia "sul punto di rottura".

Una sfida difficile per Israele

Come nota la Bbc, i comandanti israeliani sanno che entrare in Libano sotto il fuoco sarebbe una sfida militare molto più complessa rispetto ai combattimenti contro Hamas a Gaza. Hezbollah ha pianificato le sue difese sin dalla fine della guerra del 2006 e combatterebbe in casa, nel sud del Libano, una zona caratterizzata da terreni collinari e accidentati, ideali per le tattiche di guerriglia.

Secondo il Center for Strategic and International Studies, Hezbollah può contare su circa 30mila combattenti attivi e fino a 20mila riservisti, per lo più organizzate in piccole unità mobili di fanteria leggera. Le stime indicano che l'organizzazione paramilitare sciita possiede tra 120mila e 200mila missili, che vanno da armi non guidate a missili a lungo raggio in grado di colpire le città israeliane.

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