Lucio Corsi voleva essere un duro. E infatti lo è

Dire che Lucio Corsi dev'essere protetto dal mondo significa sminuire la sua essenza di rocker maremmano dalla scorza dura

Lucio Corsi voleva essere un duro. E infatti lo è
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Alla fine all'Eurovision andrà Lucio Corsi. Con la rinuncia di Olly, l'esperienza del festival europeo spetta di diritto al secondo classificato del festival di Sanremo, ossia il piccolo rocker maremmano. Tutti felici di questa scelta ma quanto sta accadendo attorno a Corsi andrebbe analizzato, tentando di spiegare l'esplosione di interesse nei confronti di questo cantautore classe 1993, che è sulla scena ormai da anni. Attorno a lui infatti si è generato un interesse quasi morboso, fatto soprattutto di donne (più o meno giovani) che vogliono "proteggerlo dal mondo". Il che è una palese distorsione di ciò che è la vera essenza di Corsi.

Quel che sembra stia accadendo è la personificazione del cantante con la sua canzone: "Volevo essere un duro". L'interpretazione più frequente di questo brano, che viene data per giustificare l'atteggiamento di protezione attorno a Corsi, è che lui canti il suo senso di inadeguatezza nel mondo che avrebbe voluto vivere come un "duro", ossia come uno spaccino, uno scippatore, un campione di sputi e oltre. Quando invece è tutto il contrario, perché chi può dire che "in fondo è inutile fuggire dalle tue paure" se non una persona che è davvero un duro nella vita? Ma al di là di questi voli pindarici filosofici su una canzone, quello che Lucio Corsi ha portato sul palco di Sanremo è un personaggio.

Che abbia un animo sensibile è fuori di dubbio ma dietro quell'apparenza ingenua e fragile, che tanto piace a chi lo sta scoprendo adesso, c'è un artista veramente scafato, che oltre ad aver lavorato con Carlo Verdone e aver sfilato per Gucci, ha fatto un'intera stagione in tv con Daria Bignardi a "L'Assedio". Era il 2020 e Corsi curava la parte musicale del programma con la sua banda. Chi lo trasforma in una sorta di orsacchiotto che dev'essere protetto dal mondo non gli rende un buon servizio, al contrario.

Lo trasforma in un rocker non credibile mentre invece lo è. Lo idealizza in un ragazzo incapace di affrontare la vita, a cui serve una tutela esterna, solo perché è mingherlino e distante dai canoni estetici tradizionali che piacciono alle donne, distante dal modello tutto muscoli e altezza. Perché, diciamolo, Olly ha vinto Sanremo anche perché piace alle ragazzine, che evidentemente non hanno votato Corsi per lo stesso motivo.

E allora, perché non provare a cambiare la narrazione? Lucio Corsi è un duro, non ha bisogno di protezione ed è un gran figo. Chi la pensa diversamente sottolinea ulteriormente la sua distanza dai canoni che impone la società: non è inclusivo, è discriminante.

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