Proseguono senza sosta le operazioni militari ucraine in Russia. L’offensiva lanciata il 6 agosto da Kiev nell’oblast di Kursk viene ormai classificata come la più importante svolta nel conflitto scatenato da Vladimir Putin nel febbraio del 2022. Di fronte a tali sviluppi, colpisce il silenzio assordante che in queste ore drammatiche giunge dalle stanze del Cremlino. Una reazione che ricorda i concitati momenti seguiti al tentato golpe del fondatore della Wagner Evgenij Prigozhin e che semina dubbi sulle sorti dello zar.
In questo contesto di caos calmo, almeno ai vertici del potere russo, l’esercito ucraino sta espandendo le operazioni al di là del confine accompagnandole con blitz aerei contro ponti della regione di Kursk e attacchi ad una base militare nel Volgograd e ad uno stabilimento petrolifero nel Rostov. Secondo informazioni ufficiali Kiev controllerebbe 1250 chilometri quadrati di territorio russo e avrebbe fatto centinaia di prigionieri tra i soldati della Federazione.
La controffensiva di Kiev è stata lanciata in gran segreto dalle forze ucraine cogliendo di sorpresa non solo i nemici ma anche gli alleati occidentali ed è stata caratterizzata da un certo riserbo anche nei primi giorni dell’avanzata. A pesare era ancora il ricordo dell’insuccesso di un’altra controffensiva, quella tentata nel 2023, i cui preparativi erano stati annunciati per mesi permettendo ai russi di riorganizzarsi e respingere così le manovre dell’Ucraina.
Adesso che però è calato il velo sulle ultime attività militari il presidente Volodymyr Zelensky non esita a rivendicare i risultati raggiunti dai suoi soldati o a confermare l’impiego di armi americane. “Dobbiamo comprendere che per cacciare l’invasore dalle nostre terre dobbiamo creare più problemi possibili alla Russia sul suo territorio”, ha affermato l’ex comico.
Il Washington Post rileva che l’incursione nel Kursk non ha spostato l’equilibrio fondamentale della guerra. I russi infatti continuano ad avanzare nell’Ucraina orientale muovendo verso la citta di Pokrovsk nel Donetsk. Eppure lo stesso quotidiano sottolinea come i calcoli della Russia siano cambiati e alcune minacce espresse dai vertici del regime si siano rivelate vuote. Il riferimento è ai numerosi avvertimenti di Putin che in passato ha più volte ammonito l’Ucraina dal compiere incursioni sul territorio della Federazione stabilendo così un’inviolabile, in apparenza, linea rossa. In tali circostanze era stato persino evocato il possibile utilizzo di armi nucleari tattiche per punire iniziative belliche volte a mettere a rischio l’integrità nazionale russa.
In effetti non è la prima volta che l’Ucraina ignora le linee rosse dello zar. Solo per citare alcuni esempi è accaduto con l’affondamento dell’incrociatore Moskva nel Mar Nero, con gli attacchi al ponte in Crimea e con l’assassinio di propagandisti del regime. Secondo gli analisti ora Kiev si appresterebbe ad infrangere un altro tabù: l’impiego di armi Usa contro obiettivi russi ben lontani dal confine.
Intanto un sondaggio condotto da un istituto di ricerca vicino al Cremlino mostra un calo del 3.3 per cento dei consensi per Putin, sceso al 73.6 per cento dopo l’incursione ucraina nel Kursk. Peter Pomerantsev, esperto di propaganda russa, afferma che nonostante i media ufficiali in Russia cerchino di allontanare dallo zar la responsabilità della debacle, sui social media e nella regione coinvolta il supporto per il capo del Cremlino sia in caduta libera.
Ci va poi giù pesante Daniel Hannan il quale dalle pagine del Daily Telegraph prevede che la caduta di Putin sia solo una questione di tempo e che le azioni dell’Ucraina abbiano come obiettivo l'accelerazione di questo processo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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