Non corre buon sangue tra i due principali Paesi dell’Unione europea. A raccontare lo stato impietoso in cui versano le relazioni tra la Francia e la Germania è il Financial Times secondo il quale la mancanza di armonia in seno al tandem franco-tedesco sta producendo ritardi anche nelle iniziative che Bruxelles dovrebbe adottare.
Il presidente dell’Eurasia Group Mujtaba Rahman dichiara al quotidiano finanziario che “Olaf Scholz ed Emmanuel Macron sono alle prese con significativi problemi interni, la loro chimica non è il massimo e i loro rapporti bilaterali sono sotto stress”. In Germania alcuni dei problemi derivano dai disaccordi in seno alla coalizione di governo che ha impedito al cancelliere di farsi portavoce di una linea chiara a livello europeo su numerose questioni. A certificare lo stato di affanno in cui versa la locomotiva dell’Europa è arrivata poi la pubblicazione di una copertina dell’Economist che si interroga se la Germania sia ancora una volta il malato del Vecchio Continente.
L’8 ottobre si sono svolte importanti elezioni in Assia, dove ha sede il centro economico-finanziario di Francoforte, e in Baviera, la più ricca delle regioni tedesche. Lo spoglio delle schede ha riservato un’amara sorpresa per Scholz. Il suo partito, la Spd, e i due alleati di governo, verdi e liberali, che compongono la cosiddetta “coalizione del semaforo” hanno ottenuto risultati deludenti. Non va meglio in Francia dove il presidente francese, reduce da mesi di proteste legate alla riforma delle pensioni entrata in vigore a settembre, è in crisi di popolarità e sembra aver perso lo slancio che aveva caratterizzato i primi tempi del suo mandato.
Alcuni dei principali dossier su cui Francia e Germania faticano a trovare una quadra sono i sussidi per la transizione energetica, la posizione sulle macchine elettriche cinesi e la cooperazione in materia di difesa. Macron vorrebbe che Bruxelles stabilisse un sistema di incentivi a favore del nucleare che considera un’energia pulita. Berlino invece teme che favorire la scelta francese potrebbe rendere meno attrattive l’opzione eolica e quella solare sulle quali la Germania ha già investito tanto.
Per quanto riguarda le macchine elettriche made in China, Parigi appoggia la decisione della Commissione europea di indagare se si tratti di concorrenza sleale. Scholz è più scettico in quanto vorrebbe evitare una guerra commerciale che assesterebbe un colpo fatale all’industria automobilistica strettamente connessa al mercato cinese.
Il presidente francese si è opposto all’iniziativa del cancelliere di comprare sistemi di difesa dagli Stati Uniti e da Israele. Macron vorrebbe infatti realizzare un’autonomia strategica europea in grado di smarcare il Vecchio Continente da dipendenze esterne. In politica estera Parigi insegue il sogno di una potenza di medie dimensioni proiettata nel mondo e vorrebbe fare lo stesso con l'Unione mentre Berlino è più allineata alle posizioni di Washington.
La mancanza di una linea politica condivisa deriverebbe anche da una scarsa simpatia tra i due leaders i quali secondo una fonte consultata dal Financial Times “sembrano non andare d’accordo”. Pesano le caratteristiche personali. Macron, il “rottamatore” d’oltralpe, punta sulla velocità e dirompenza d'azione. Scholz, più "lento" e meno loquace, appare agli antipodi rispetto al leader francese. Ad ogni modo, secondo un alto funzionario europeo “dovrebbero chiudersi in una stanza e trovare un punto d'intesa”.
A causa delle proteste sociali in Francia Macron aveva rinviato a luglio la sua visita di Stato in Germania. Questa circostanza era state letta come sintomatica dello stato pessimo delle relazioni tra i due Paesi. Un’opportunità per provare a superare l’impasse franco-tedesca si è materializzata però negli scorsi giorni quando Macron ha guidato una missione insieme ai suoi ministri nella città di Amburgo per una serie di incontri con il cancelliere tedesco e la sua compagine di governo. Tra sorrisi e gite in barca i due leaders hanno provato a mettere a tacere le divergenze. “Siamo d’accordo su molte cose.
Per esempio, vogliamo un’Europa ad emissioni zero entro la metà del secolo. Le strade per raggiungere questo obiettivo sono diverse ma possono coesistere benissimo tra di loro” ha affermato Scholz. I prossimi vertici dell’Unione europea mostreranno se è davvero così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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